Per quanto pacate, le parole di Iacopo Gentili, ormai ex presidente
della defunta Proloco montegranarese, nella loro profonda amarezza, lanciano
accuse pesanti alla politica cittadina. Sono accuse fondatissime, sulla
fondatezza delle quali posso dare ampia testimonianza avendo vissuto dal di
dentro parte della vicenda e da osservatore in qualche modo privilegiato il
resto. La Proloco è stata ingannata: prima vista come strumento per scardinare
la forza delle associazioni, una volta realizzato che il primo progetto di potenziamento
a danno dell’autonomia di quest’ultime era fallito, è stata abbandonata a se
stessa in un’agonia che si è protratta fino a oggi.
Appena eletta, la giunta Mancini, coadiuvata dal solito manipolo di
opportunisti dell’associazionismo che, a tutt’oggi, ancora costituiscono la
parte delle associazioni allineata in maniera quasi servile (ricevendo in
cambio aiuti e sostegni), utilizzò la Proloco per cercare di catalizzare le
associazioni non allineate. La volontà era chiara: mettere le associazioni a
totale servizio non della città, come le associazioni sono sempre state, ma di
chi la amministra. La maggioranza della associazioni, ovviamente, rispose no. E
quella fu la ferita mortale inferta alla Proloco, anche perché l’Amministrazione
Comunale, anziché curarla, l’ha lasciata a morire dissanguata per proseguire
nel suo intento scellerato con il secondo tentativo, quello della consulta, per
fortuna naufragato anch’esso. Ora tra le associazioni allineate rimangono solo tre
o quattro e tra queste non c’è più la Proloco.
Omicidio, quindi, o quantomeno omissione di soccorso. Ma anche
suicidio, dovuto all’ingenuità e alla scarsa esperienza di Presidente e
Direttivo della Proloco. Era partita bene, la Proloco targata Gentili, e aveva
ricevuto il sostegno di tante associazioni tanto che la prima iniziativa,
quella famosa festa al laghetto del 2013, fu un trionfo di collaborazione tra
volontari. Poi, però, si è cambiato strada. Gentili ha commesso errori molto
gravi, lasciandosi traviare dai soliti Iago della situazione, personaggi loschi
che operano nell’associazionismo da anni utilizzando le associazioni per i loro
scopi personali e politici. Ha ascoltato le persone sbagliate, Gentili, si è
fidato di lingue velenose. Il risultato è che si è trovato solo, abbandonato da
quell’associazionismo che, inizialmente, lo aveva sostenuto.
Ora che si fa? SI può continuare senza Proloco? Certamente sì, le
associazioni hanno dimostrato di potersi coordinare da sole con lo splendido
esempio di cooperazione che è stato il Presepe Vivente. Certo, però, che la
Proloco sarebbe un’altra cosa, almeno sotto l’aspetto squisitamente
istituzionale. La Proloco è riconosciuta in tutta Italia e gode di agevolazioni
particolari. Sarebbe molto utile ricrearla a patto che sia davvero a servizio
del mondo associativo e non che si ponga in antitesi come si è cercato di fare
negli ultimi tempi. Diciamo che possiamo vivere senza ma vivremmo meglio con, purchè
certi personaggi, stavolta, ne stiano alla larga, così come dovrebbero stare
alla larga dall’associazionismo in generale.
Luca Craia
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