Sarebbe quantomeno opportuno il silenzio. Dopo non aver adempito al
proprio dovere, dopo aver buttato stupidamente nel cesso il proprio diritto,
dopo aver legittimato questo manipolo di imbecilli disonesti che ci governano,
almeno occorrerebbe avere la decenza di tacere. E invece eccoli là, quelli che
capiscono, ti prendono pure per i fondelli.
Ti dicono: che ne capisci tu di petrolio? Beh, in realtà poco, ma
capisco che una trivella davanti alla spiaggia inquina il mare che potrebbe
valere, per noi Italiani, molto di più del petrolio, anche in termini economici.
Non ci vuole un grande studio e una grande intelligenza per capirlo.
Vogliamo parlare della lobby dei petrolieri e del fatto che la legge
li tuteli? Vogliamo parlare che, non votando, gli avete dato la vostra santa
benedizione?
E poi ti dicono: quanto ci è costato? Molto, e forse anche per questo
motivo avreste dovuto esercitare il vostro diritto. Ma io giro la domanda. Chi
mi sa dire quanto ci costerà il fallimento del referendum? Lo sapete
quantificare il danno per il turismo in futuro? Lo sapete quantificare il danno
ecologico?
E parliamo del danno per la democrazia. Parliamo di quell’imbecille
del presidente del consiglio che sfotte chi ha votato, dimostrando disprezzo
per la Costituzione e per il Popolo Italiano, come se stessimo parlando di una
partita di pallone. Perché poi, alla fine, di quello si tratta: l’ennesima
partita di pallone, con le due tifoserie schierate e l’arbitro che, come spesso
accade, favorisce il più forte. Dateci le partite e toglietecelo ‘sto voto.
Tanto, finora, lo abbiamo sempre utilizzato male. Non è che non siamo capaci di
capire qualcosa di petrolio: non siamo capaci di capire la democrazia.
Luca Craia
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