Arkeo è stata la prima realtà montegranarese a credere nell’economia che
possa derivare dal turismo a Montegranaro e forse attualmente è l’unica che ci
crede davvero, tralasciando iniziative estemporanee che portano più danno che
beneficio. Sia chiaro: non abbiamo mai pensato che il turismo possa diventare
fonte di reddito primaria per il nostro paese. Siamo però convinti che possa
creare ricchezza e lavoro per un certo numero di operatori, a patto che si
ragioni su un progetto che coinvolga anche e soprattutto la politica. Questo
progetto a tutt’oggi non esiste.
Le nostre proposte si basano ovviamente sulla chiesa di Sant’Ugo,
autentico gioiello prezioso e unico, ma spaziano sulla valorizzazione e la
riscoperta di tutto il territorio, senza tralasciare la produzione artigiana
calzaturiera. Infatti spesso accompagniamo i nostri ospiti presso laboratori
artigiani per osservare da vicino come nasce una scarpa di qualità. Le nostre
iniziative culturali sono altresì importanti perché convogliano a Montegranaro un
pubblico di alto livello culturale (pensiamo al convegno sui Carolingi dell’anno
scorso) e ci permettono di tessere quella rete che è fondamentale per
promuovere il territorio, cooperando tra associazioni e operatori.
Fino a oggi questo sforzo è gravato unicamente sulle nostre spalle, sia
da un punto di vista economico che organizzativo e lavorativo. Non abbiamo mai
percepito contributi pubblici e ci sosteniamo esclusivamente con le donazioni
dei soci e le offerte dei visitatori che si avvalgono dei nostri servizi, che
sono sempre e comunque gratuiti. Questo sforzo, va detto, ha pagato perché ci
ha consentito di portare migliaia di persone a Montegranaro, cosa impensabile
fino a qualche anno fa.
Facciamo i numeri: da quando “gestiamo” le aperture turistiche di Sant’Ugo
il numero dei visitatori è sempre cresciuto fino al 2014, dove abbiamo registrato
oltre 3000 presenze. Nell’ultimo anno, purtroppo, c’è stata una flessione (poco
più di 2000 presenze), dovuta alla crisi, al fatto che molti locali che non
conoscevano i nostri siti ormai li hanno visitati, dovuta alla concorrenza
estemporanea di altre realtà e, lo confessiamo, da una certa demotivazione che
ci ha colpiti vedendo il nostro sforzo poco apprezzato, quantomeno in patria.
Ma il problema fondamentale è che a Montegranaro manca la ricettività, per cui
ogni sforzo di portare il turismo in paese diventa vano sia perché il turista
non trova i servizi più elementari, sia perché non si genera ricchezza e,
quindi, lo sforzo rischia di diventare sterile.
Dicevamo del progetto che non c’è: non si può fare turismo con un
centro storico degradato come il nostro e questo è evidente. Non si può fare
turismo, come ho detto sopra, senza offrire servizi ricettivi minimi (in centro
non c’è un ristorante, in paese c'è un solo albergo e molto periferico, così come
gli agriturismi). Non si può fare turismo senza una visione di insieme ma
spendendo spiccioli alla rinfusa tanto per andare sul giornale. Occorre che l’assessore
al turismo si metta a fare l’assessore al turismo, che pianifichi un’azione
insieme agli operatori del settore. Io, che ci opero da anni e forse, modestia
a parte, sono quello che porta più gente a Montegranaro per turismo puro, non
solo per comprare scarpe, in due anni non l’ho ancora incontrato. E non
aggiungo altro.
Luca Craia
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