Mi spiace davvero leggere gli amici del Movimento 5 Stelle che si
lamentano perché le loro istanze, per di più approvate dal Consiglio Comunale, sono
rimaste disattese. Dispiace prima di tutto perché si tratta di argomenti seri,
che un’amministrazione attenta e oculata, come la nostra non è, avrebbe dovuto
recepire e risolvere. Dispiace, però, anche per la disillusione che traspare
dalle recriminazioni pentastellate. Si sono fidati e ora si accorgono che la
loro fiducia è stata mal riposta.
Ricordo benissimo quando, riguardo il baratto amministrativo,
preferirono afferrare la mano offerta dall’assessore Basso piuttosto che fare
fronte comune con il resto dell’opposizione. Ora è evidente che quella mano era
scivolosa e ha lasciato prontamente la presa, portando la questione fuori dal
dibattito politico e annullando un’azione congiunta dell’opposizione intera che
avrebbe potuto essere molto più incisiva. Prova ne sia il caso dell’antennona,
dove solo grazie a un’azione sinergica dell’intera minoranza si è riusciti
quantomeno a sollevare il problema che, altrimenti, sarebbe rimasto nei silenzi
della maggioranza. Così come è stata scivolosa la mano di Perugini sull’abbattimento
delle barriere architettoniche, con impegni presi e verbalizzati in Consiglio
Comunale ma, come al solito, disattesi.
L’impegno dei Cinquestelle è notevole: sono meticolosi e propongono interventi
socialmente rilevanti e quando li propongono la proposta è dettagliata e
circostanziata, ben preparata. Ma sono lunghi nella preparazione e,
soprattutto, poco incisivi nella proposta. Hanno un sistema loro di fare
opposizione: non accettano compromessi, non scendono a patti. Questo li porta a
non riuscire a collaborare con le altre forze di minoranza, eccetto che per
questioni particolari. Del resto fa parte del DNA del movimento non accettare
compromessi e ci sta. Quello che suscita qualche perplessità è la fiducia
riposta un po’ a cuor leggero nei confronti del governo cittadino. La delusione
ora potrebbe insegnare. E magari suggerire che, per un’azione di opposizione
più concreta, forse varrebbe la pena dialogare di più coi colleghi di minoranza
che con quelli di governo.
Luca Craia
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