La nostra zona, negli ultimi mesi, registra costanti quanto gravi
danni ogni qualvolta piova un po’ più del normale. Questo è indubbiamente
imputabile alle variazioni climatiche a cui ci stiamo gradualmente abituando e
alla situazione idrogeologica venuta degenerando nel tempo. Le amministrazioni
pubbliche ricoprono un ruolo fondamentale nella prevenzione di disastri
derivanti dal dissesto idrogeologico, prima di tutto mantenendo monitorati e
puliti i greti dei fiumi. È evidente che i danni maggiori vengano prodotti dai
torrenti affluenti dei fiumi principali ed è per questo che debbono essere
questi e essere maggiormente oggetto di attenzione.
Per verificare lo stato delle cose, l’altra sera ho fatto un breve
sopralluogo nei pressi del ponte sull’Ete Morto, sulla strada provinciale 30, a
pochi metri dall’intersezione con la Mezzina, e ho notato che, nonostante la
pulizia del letto del torrente, chiesta a gran voce e finalmente realizzata lo
scorso autunno, in prossimità del vecchio ponte sta tornando a sedimentarsi una
notevole quantità di materiale. Evidentemente la pulizia, svolta relativamente
da poco non è stata troppo approfondita: è chiaro che non basta pulire nelle immediate
vicinanze dei ponti ma bisogna tenere in ordine tutto il greto del fiume,
altrimenti in breve si torna da capo.
Si va verso la bella stagione e, di norma, non dovremmo aspettarci
grandi eventi metereologici. Ma, visto come sta cambiando il clima, forse
sarebbe il caso di intervenire di nuovo e, questa volta, in maniera più
meticolosa, intervenendo su tutto il corso del fiume. È compito specifico della
Provincia occuparsi della manutenzione dei corsi d’acqua, uno dei pochi ruoli
che ancora ricopre. Per questo motivo credo sia indispensabile curarsene con la
massima diligenza, anche in considerazione dei pregressi che, per quanto
riguarda lo specifico dell’Ete Morto, sono gravissimi e luttuosi.
Luca Craia
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