Siamo in molti a temere che la questione del palazzo
Leombruni-Botticelli, il cosiddetto Hotel Haus nostrano, andrà a interessare (e
ad aggravare) il centro storico. Le cinque famiglie che sembrerebbero rimaste
senza alloggio, anche se a tutt’oggi nessuno le ha cacciate e avrebbero tutto
il tempo di trovare una nuova casa, molto probabilmente andranno a chiedere
sostegno ai servizi sociali comunali. Questo potrebbe significare che il Comune
provvederà a trovare un alloggio provvisorio che, visto come vanno di norma le
cose, diventerà di fatto definitivo. E gli alloggi disponibili sono tutti nel
centro storico.
In questo modo si risolverebbe il problema delle famiglie senza casa
ma si aggraverebbe quello della ghettizzazione del centro storico. Ora mi
aspetto il solito coro dei benpensanti pronti a dare del razzista a chiunque
soltanto osi toccare l’argomento ma, come ho più volte dichiarato, penso che la
concentrazione di cittadini stranieri, specie della stessa etnia o della stessa
matrice culturale, in una zona urbana ben definita equivalga alla costruzione
di un ghetto. E costruire un ghetto è razzismo, porsi il problema no.
In questo modo il centro storico di Montegranaro diventerà ancora di
più città araba, gli Italiani che vi risiedono diventeranno ancora di più
ospiti a casa loro ma, soprattutto, gli stessi stranieri non avranno alcun
motivo o stimolo per cercare di integrarsi. E questo è male per tutti.
Solo che, se tutto ciò accadrà nel centro storico, quartiere
sconosciuto soprattutto alla politica e al governo cittadino, sarà come se il
problema fosse risolto. Occhio non vede cuore non duole, e quello che accade
nel centro storico, purtroppo, lo vede solo chi ci vive.
Luca Craia
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