A Monte Franoso aveva vinto le elezioni amministrative una lista che
non le vinceva da un sacco di tempo. Così, un po’ per eccesso di zelo, un po’
per sete di vendetta covata in anni e anni seduti sui banchi dell’opposizione,
la nuova amministrazione cominciò a buttare per aria tutto quello che avevano
fatto quelli di prima: cambiò tutte le siepi de giardini, chiuse l’acqua a
tutte le fontane fatte dal vecchio sindaco e le trasformò in fioriere (quelle
più centrali) e pattumiere (quelle più periferiche), cambiò il senso di
circolazione delle strade, il nome delle vie, il colore delle lampadine dei
lampioni. Provò anche a far tenere alle macchine la sinistra anziché la destra
ma il Prefetto telefonò al Sindaco e gli disse che non si poteva fare, che
Londra era lontana e Mosca pure.
Poi la nuova amministrazione comunale cominciò a spostare i
dipendenti. L’ingegnere capo fu mandato a guidare i pulmini delle scuole, il
capo ufficio tributi a fare il capo dell’ufficio tecnico nonostante fosse un
ragioniere, l’autista del pulmini fu mandato a dirigere la biblioteca e il
bibliotecario fu mandato in villeggiatura. In tutto questo movimento ci fu
qualcuno che protestò, anche perché faceva un certo lavoro da tanti anni e ci
aveva fatto sia l’abitudine ma anche tanta esperienza. Ma il Sindaco di Monte
Franoso non volle sentire ragioni, e spostò maestre d’asilo a fare le pulizie e
donne delle pulizie all’anagrafe. E se qualcuno provava a protestare gli
cambiava posto una volta alla settimana.
Però c’era il problema che nessuno sapeva più cosa stava facendo: l’ingegnere
i pulmini non li sapeva guidare e fece un sacco di incidenti. Il ragioniere
fece cascare un paio di case. L’autista di pulmini riempì la biblioteca di
libri per dare l’esame della patente. Le maestre fecero malissimo le pulizie e
la donna delle pulizie lavò l’archivio dell’anagrafe con la varichina.
In tutto questo caos qualcuno prese l’esaurimento nervoso e fece causa
al Comune per mobbing. Il giudice, che non era stato spostato da nessuna parte
ma faceva il giudice come aveva sempre fatto, diede ragione agli impiegati e il
Comune dovette pagare un sacco di soldi (dei contribuenti) per risarcire i
dipendenti esauriti.
Luca Craia
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