Fa parte della nostra cultura, forse derivante dagli anni opulenti in
cui col soldo in mano si poteva far tutto (anche oggi si può far tutto, è il soldo
che manca), il concetto del lavoro-pago-pretendo quando il pretendo comprende
anche il fregarsene delle regole. Il nostro è un paese in cui le regole possono
essere sistematicamente ignorate senza rischiare sanzioni, a meno che proprio
quel giorno giri storto a qualche tutore dell’ordine con fischietto.
Lo dimostrano le scarsissime entrate per contravvenzioni al codice
della strada a fronte di un caos stradale facilmente riscontrabile da chiunque
girando per le vie di Montegranaro. Lo dimostra il rampollo di famiglia
patrizia, nobilitata dalle scarpe prodotte, che su Facebook ipotizzava sanzioni
verso chi fa le foto alle macchine in divieto di sosta piuttosto che a chi
mette le macchine in divieto di sosta. Lo dimostrano i nostri stessi
amministratori col loro stesso operato. Così funziona a Montegranaro, si
mettano l’anima in pace quelli che vorrebbero più rispetto per le regole e per
il prossimo.
Così c’è poco da meravigliarsi se, per evitare che, durante Veregra
Street, le macchine parcheggino sui marciapiedi, si occupino gli stessi con degli
orrendi dissuasori di plastica. Non dovrebbe essere necessario nemmeno dirlo
che sui marciapiedi non si parcheggia. Ma a Montegranaro, se non trovi posto
dove dici tu, il posto te lo crei. Così, per evitare di trovare macchine
parcheggiate anche sopra la chioma degli alberi, occorre utilizzare questi
orripilanti cosi colorati. E guai a protestare: solo i gufi, magari tristi,
protestano.
Luca Craia
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