Amo molto la nostra festa estiva, Veregra Street. Se a volte sollevo
critiche e obiezioni è proprio perché la amo molto e magari vorrei migliorarla.
Per me che vivo nel cuore di Montegranaro, a pochi metri dalla piazza, è
meraviglioso uscire di casa e trovarmi in mezzo alla festa. Lo considero un
privilegio che ripaga i sacrifici, come quello di arrivare a casa la sera stanco dal lavoro
e dover lasciare la macchina lontanissima. Però la festa non deve diventare una
punizione.
Ed è una punizione quando si superano certi limiti che dovrebbero
essere dettati dal buon senso e dal rispetto per il prossimo. Quando in piazza
Mazzini si manda musica a tutto volume fino a oltre le tre del mattino, secondo
me, certi limiti sono stati superati, specie in una serata che precede un
giorno lavorativo.
Il centro storico è un luogo che va rispettato. Non è uno scenario per
la festa fatto di cartapesta. È un quartiere e ci vive la gente, gente che lavora
e che, di notte, riposa. La gente del centro storico, per la gran parte, la
pensa come me e vede la bilancia tra i sacrifici e i vantaggi di Veregra Street
pendere dalla parte positiva. E anche la notte bianca, una volta all’anno, è
tollerabile e tollerata. Ma se il disturbo della quiete e della vita normale,
soprattutto del sonno, dovesse diventare abituale, la bilancia si sposterebbe
sensibilmente.
Se è vero che Veregra Street serve (anche) a rivalutare il centro
storico, bisogna prestare attenzione a queste cose. Si rischia di causare l’effetto
contrario.
Luca Craia
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