venerdì 24 giugno 2016

Veregra Street e il rispetto per gli altri. Il centro storico non è di cartapesta.



Amo molto la nostra festa estiva, Veregra Street. Se a volte sollevo critiche e obiezioni è proprio perché la amo molto e magari vorrei migliorarla. Per me che vivo nel cuore di Montegranaro, a pochi metri dalla piazza, è meraviglioso uscire di casa e trovarmi in mezzo alla festa. Lo considero un privilegio che ripaga i sacrifici, come quello di arrivare a casa la sera stanco dal lavoro e dover lasciare la macchina lontanissima. Però la festa non deve diventare una punizione.
Ed è una punizione quando si superano certi limiti che dovrebbero essere dettati dal buon senso e dal rispetto per il prossimo. Quando in piazza Mazzini si manda musica a tutto volume fino a oltre le tre del mattino, secondo me, certi limiti sono stati superati, specie in una serata che precede un giorno lavorativo.
Il centro storico è un luogo che va rispettato. Non è uno scenario per la festa fatto di cartapesta. È un quartiere e ci vive la gente, gente che lavora e che, di notte, riposa. La gente del centro storico, per la gran parte, la pensa come me e vede la bilancia tra i sacrifici e i vantaggi di Veregra Street pendere dalla parte positiva. E anche la notte bianca, una volta all’anno, è tollerabile e tollerata. Ma se il disturbo della quiete e della vita normale, soprattutto del sonno, dovesse diventare abituale, la bilancia si sposterebbe sensibilmente.
Se è vero che Veregra Street serve (anche) a rivalutare il centro storico, bisogna prestare attenzione a queste cose. Si rischia di causare l’effetto contrario.

Luca Craia

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