A me fa piacere quando una
persona cambia idea. Sono fermamente convinto che solo gli stupidi non cambino
mai idea e don Vinicio non sembra affatto stupido. Quindi il nostro
prete-imprenditore, dopo oltre una settimana in cui ha messo alla gogna Fermo e
il Fermano facendone la capitale italiana del razzismo, arrecando enormi danni di immagine al territorio, alle imprese che vi
operano e ai cittadini stessi, ora, serenamente, cambia tono, si placa, diventa
conciliante persino con Mancini che, finalmente, da peccatore da arrostire tra
le fiamme dell’inferno insieme a tutta la sua perfida razzaccia razzista e
fascista, diventa pecorella smarrita da riportare all’ovile. Molto bene, me ne
compiaccio.
Cosa abbia fatto cambiare idea e
atteggiamento al Don non si sa. Possiamo supporre che le parole di Monsignor
Conti lo abbiano finalmente toccato e riportato alla ragione e al buon senso,
ma può anche darsi, vista la sensibilità mediatica del prete, che si sia
leggermente impressionato dal coro di apprezzamenti, non certo positivi, per il
suo operato che sta giungendo da ogni parte d’Italia, coro forse più forte
ancora del vantaggio dovuto all’esposizione televisiva e giornalistica che si è
abilmente procurato. Avrà forse fatto i conti e capito che, seminare odio e
tensione sociale, specialmente per un ministro di Dio, non fa una buona
immagine.
Fatto sta, però, che il danno è
fatto. Fermo è andata su tutti i giornali del mondo e passata su tutti i
telegiornali d’Italia. Fermo e i Fermani hanno avuto una popolarità non voluta perché
negativa, e di questo va ringraziato il Don. Io direi che, se qualcuno si
mettesse in testa di chiedergli i danni, ci sarebbero i presupposti per una bella
class action alla quale, francamente, aderirei con entusiasmo. Del resto, coi
fatturati delle imprese gestite dal Don, ci sarebbe anche sostanza per pagarli,
i danni.
Luca Craia
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