Come ogni anni d’estate rabbocco l’odio. Per carità, d’inverno non è
che manchi, a primavera poi, con il risveglio degli ormoni, la produzione
aumenta, ma d’estate, vuoi il caldo, vuoi la stanchezza accumulata, vuoi le
feste alcooliche fino a prima mattina, l’odio sgocciola e io, da brava apicella
laboriosa, ci rabbocco i miei bidoni. Ne ho davvero i bidoni pieni eppure
continua a gocciolare.
Per raccogliere tutto questo odio ci vuole pazienza e impegno. Ci
vuole dedizione. Ci vuole che uno si impegni a dire sempre quello che pensa,
senza curarsi delle eventuali conseguenze. Per i produttori di odio e per gli
odifici questo produce uno shock ed ecco che la produzione aumenta.
Così ecco i ragazzini di quarant’anni che si sentono coinvolti nella
definizione che ho dato di scimmia, intesa come essere senza controllo a causa
dell’abuso di sostanze, siano esse alcool o chissà cosa, che vengono da me e mi
spruzzano tutto di odio, mi ungono proprio. E io, pazientemente, raccolgo nei
miei bidoni.
Poi arriva la meglio gioventù del Maghreb, trapiantata per sua
sfortuna nell’inferno italiano, che mal tollera la mia posizione sull’inopportunità
(si badi bene, di quello parlo, senza parole offensive) di celebrare feste
durante l’autopsia delle vittime del terrorismo islamico a spese della
collettività (la palestra è pubblica, la corrente pure, le pulizie anche), e spruzza
tutto il suo odio con qualche italiano a dargli una mano. E io metto da parte l’odio
nei bidoni, con qualche preoccupazione, perché hai visto mai mi chiedano di
recitare il Corano a memoria? Non sono preparato.
Poi c’è il solito Babbonatale, campione di tolleranza, che dall’alto
del suo scranno dal quale dirige e fornisce illuminazioni a tutta la sinistra
per bene, suggerisce di chiudere il mio blog. E io riempio i miei bidoni.
A tutto questo aggiungete l’odio che avevo già da parte, prodotto da
vicesindaci e codazzi, da assessori e fidi lacchè, da presidenti querelanti, da
sindaci dalla telefonata facile e da membri del direttivo con la lingua lunga e
odorosa di fiori.
Ora mi si pone il problema: ho i bidoni pieni. Mi si stanno per
rompere i bidoni. Dove lo metto tutto quest’odio? Io non lo uso, non so che
farmene. Non l’ho mai usato, io mi limito a dire la mia opinione e non si
capisce perché se lo faccio io è un dramma e se lo fa pincopallino no.
Comunque, di tutto quest’odio ora che ne faccio? Lo vendo? Lo regalo? O lo
butto negli appositi contenitori che il Comune ha predisposto?
Ah, quelli sono per l’olio? Allora devo aver letto male, scusate
Luca Craia
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