Come ho fatto con la dichiarazione di Saturnino Di Ruscio sui
fatti di Fermo, riporto testualmente quanto scritto stamattina dal Sindaco,
Paolo Calcinaro che, in maniera molto lucida, analizza la situazione e prova,
nella sua veste istituzionale ma anche come uomo e Fermano, a ricucire quello
strappo violento che la città di Fermo a subito a causa del gravissimo fatto di
cronaca che l’ha portata alla ribalta nazionale. Parole che apprezzo molto e
che ci tengo a condividere coi lettori del blog.
Luca Craia
Sono stati giorni
durissimi, per una Città che finalmente aveva trovato una convinzione, per me
personalmente e per coloro che in questo episodio hanno avuto cambiata, o
spezzata, la loro vita. Ho dovuto, e voluto, difendere Fermo sin dal primo
giorno avanti ad un assalto che di difese non ne voleva, cercava solo ulteriori
motivi di scontro per sacrificare la nostra realtà sull'altare della coscienza
sporca dell'Italia intera di fronte al problema migranti: limitare un problema che le Istituzioni non riescono a risolvere alla
mentalità del paesello provinciale e razzista magari guidato da un Sindaco
complice. Per massacrare Fermo ancora di più e nascondere il problema nazionale
sotto il tappeto.
Questo
gioco, portato avanti da alcuni media, era troppo evidente per non essere
evitato, non entrando dentro alle dispute, non usando le parole "come
pietre", sentendosi veramente Istituzione, rispettando da subito il corso
della Magistratura. Ma non ignorando un problema di insofferenza e razzismo
strisciante e subdolo, che c'è, che è nazionale, che è alimentato dalla
mancanza di risposte legislative nazionali ed europee e dai toni di certa
politica, che ha ucciso Emmanuel, e stritolato oggi Amedeo Mancini.
Perchè
è questo quello che ci rimane ora: il corpo in una bara di un uomo che era
finito qui dopo tragedie ed orrori, una Città spaccata a cui chiedo di
ricostruirsi dando meno giudizi e più gesti di comprensione verso "l'altra
parte", Amedeo Mancini, bollato nazionalmente come il mostro assassino che
non è, in un carcere a causa del suo essere e di quel subdolo clima della
nostra nazione che hanno cercato di limitare alla nostra Città.
Rimangono
le parole di un Vescovo che devono trovare un seguito, che con coraggio ci
parlano di due vittime in quell'episodio, che ci invitano - a tutti quanti - a
non inseguire i processi e le parole di divisione, ma a ritrovare un senso di
riunione della nostra comunità, di perdono vero e di ricostruzione:
"perchè sono le divisioni che uccidono". E ad impegnarci per un
lavoro di conoscenza, reciproca, che forse è mancato, anche con colpa delle
Istituzioni.
Non
riusciremo a reagire come Città, dopo questa botta, con i rancori, con le
divisioni...La Città è ferita e merita una difesa, Emmanuel è morto e va
ricordato anche con un lavoro di maggiore conoscenza reciproca soprattutto tra
giovani e studenti, Amedeo Mancini, scontata la sua pena che solo la giustizia
potrà individuare, dovrà essere aiutato: queste tre cose non si possono dare battaglia
tra loro. Apriamo gli occhi, tiriamo il fiato, chiudiamo la bocca per parole
inutili e iniziamo a ricostruire. Io per primo...
Paolo
Calcinaro, Sindaco di Fermo
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