Il paragone, che troppo spesso sento, tra la cultura occidentale e
quella di matrice islamica non ha fondamento. Parlare di crociate e di massacri
occidentali in nome del Dio cristiano equivale ad avere una conoscenza della
storia molto approssimativa, in quanto i massacri, che sono reali e ci sono
stati, nonostante cercassero giustificazioni nella cristianizzazione del mondo,
nella realtà avevano sempre e comunque una ragione economica. L’occidente ha il
capitalismo nella propria cultura, sin da quando il capitalismo non era ancora
stato codificato. E se questo non giustifica in alcun modo i massacri compiuti
dietro il paravento religioso, crea però una fondamentale distinzione tra la
pericolosità della nostra cultura e la pericolosità della cultura islamica.
Le atrocità tuttora commesse in nome di Allah, infatti, hanno
realmente una connotazione religiosa. Il musulmano che si fa saltare in aria lo
fa convintamente, perché è la sua cultura a farne un eroe. L’occidentale,
invece, non è in grado di sacrificare la propria vita in nome di alcun Dio perché
non appartiene alla sua cultura. Ovviamente solo una minoranza di musulmani è
capace di immolarsi in nome di Dio ma, essendo comunque un numero
considerevole, possiamo vedere come il terrorismo islamico riesca ad attecchire
e a fare proseliti con facilità. Con la cultura occidentale questo non sarebbe
possibile. E questo rende la cultura islamica potenzialmente pericolosa.
È da sciocchi, quindi, tenere bassa la guardia nei confronti di questo
problema, e ci espone a rischi enormi. È indispensabile, per la sopravvivenza
stessa della nostra civiltà, che si adottino tutti i controlli sulla presenza
della cultura islamica all’interno della nostra, e che i rapporti tra le nostre
due culture siano sì aperti ma attentamente controllati. Le questioni di
principio, giuste e sacrosante, basate sulla eguaglianza tra gli uomini devono
però essere riviste e corrette in funzione dell’autoprotezione della nostra
civiltà.
Sono convinto che il controllo serio e costante sia alla base di una
pacifica convivenza tra le nostre culture. Senza sicurezza non è possibile
creare integrazione e, data la potenziale pericolosità della cultura islamica,
è necessario che gli islamici presenti sul territorio italiano ed europeo siano
sottoposti a controlli rigidi e costanti, per la loro stessa tutela, oltre che
per la nostra.
Luca Craia
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