Mamma li Turchi! Oggi ci ridiamo
ma un tempo c’era davvero timore nei confronti di questo popolo che per quasi sette
secoli ha costruito un impero forte e radicato, tanto che le conseguenze
culturali della dominazione ottomana sono ancora molto evidenti anche in un
Europa molto vicina a noi per quanto orientale. L’Impero Ottomano, però, non
riuscì mai a entrare e conquistare il cuore dell’Europa e dell’occidente,
rimase ai margini, si accontentò delle regioni danubiane.
Oggi, a distanza di circa un
secolo, quindi pochissimo in termini relativi, dalla fine dell’Impero Ottomano,
a Istanbul siede un nuovo sultano. È un sultano moderno, scaltro, preparato ma
che non differisce molto dai suoi antichi predecessori in fatto di crudeltà ed
efferatezze. È la storia che si ripete, modificandosi in base ai tempi, ma che
ricalca sostanzialmente il passato, quel passato lontano ma non troppo.
Lo chiamano Presidente, Erdogan,
ma non è altro che l’ultimo dei Sultani ottomani, forse il primo di una nuova
stirpe. Oggi la Turchia ha la possibilità di andare oltre gli antichi confini dell’impero,
può arrivare a Berlino, Parigi, Roma. Lo può fare grazie a un esercito di
disperati che non combatteranno una guerra per conquistare l’Europa ma la
invaderanno e la annienteranno economicamente e socialmente. Più che di un
esercito, oggi il Sultano dispone di un’arma di distruzione sociale: milioni di
profughi pronti a essere “sganciati” senza criterio se non quello di
destabilizzare il vecchio continente.
Erdogan si sta preparando: con la
farsa del colpo di stato si è creato la base per poter installare un regime
totalitario che farebbe invidia a quello di Osman I: uccisioni, epurazioni,
sparizioni, il tutto con la finta indignazione degli USA e il silenzio
vergognoso di quell’Europa che dovrebbe temere maggiormente le mire del nuovo
sultano di Istanbul. La questione, come sempre, è geopolitica e gli Americani
credono che un regime “amico” alle porte dell’est Europa costituisca un buon
avamposto in funzione antirussa e, in prospettiva, anticinese. L’Europa, in
tutto questo, diventa sacrificabile in quanto non più utile, se tanto ci spingiamo
più in là. Erdogan è pericoloso anche per gli USA, ma è un problema che si
porranno a tempo debito, ora fa comodo così.
E l’Europa? È sotto scacco, anzi,
le hanno fatto scacco matto. Da una parte gli Americani che da sempre puntano a
sbriciolare quel barlume di unità che avevamo sognato di ottenere, dall’altro
le mire Turche, per raggiungere le quali il Sultano usa il ricatto minacciando
di adoperare l’arma dei profughi. In tutto questo stiamo fermi a osservare
questo nuovo regime totalitario islamico davanti all’uscio dell’Europa che non
porterà certo nulla di buono. Anzi. Per cui gridiamo tutti insieme MAMMA LI
TURCHI!
Luca Craia
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