Gesù, chi crede, lo incontra per
strada, nei luoghi di lavoro, nei pub, nei ristoranti, in discoteca, tra le
prostitute, tra la povera gente. Io ho incontrato Gesù sui social network. Era
arrabbiatissimo, mi verrebbe da dire che era incazzato nero, non fosse una
specie di blasfemia usare termini così turpi. Però sono molto esplicativi.
Chi conosce il Vangelo, non a memoria
perché non è richiesto, ricorderà l’umanissimo Gesù che si arrabbia (incazza) e
spacca tutto davanti il Tempio di Gerusalemme. È il mio momento del Vangelo
preferito, il momento il cui il mio Dio, fatto Uomo, è veramente uomo al 100% e
cede all’ira, come purtroppo io, fallacissimo cristiano, faccio troppo spesso.
Gesù vede il mercimonio fatto in nome di Dio e spacca tutto. Letteralmente.
Oggi ho visto Gesù, che ormai ci
ha lasciati liberi nel nostro arbitrio, davanti al tempio. Il tempio, il Duomo
di Fermo, era ingombro di bancherelle. C’erano mercanti provenienti da ogni
dove ma, soprattutto, da Roma, dove i mercanti fanno gli affari più ghiotti. E
c’erano grandi sacerdoti, padroni di grandi risorse che sarebbero di nostro
Santa Madre Chiesa ma sono ad uso di altri, e c’erano grandi mercanti offerenti
la loro merce perigliosa, grandi meretrici a mercificare sorrisi e pesi sociali
e politici. Una fiera davanti e dentro il tempio, benedetta da nostra Santa Romana
Chiesa, con tanto di mercanti in prima fila davanti all’Altare di Dio e con
celebranti riti pagani in veste cristiana proni, come nella distrutta Sodoma, a
cercare favori.
Gesù era infuriato. Avrebbe
voluto spaccare tutto, come fece un paio di migliaio di anni fa. Ma non poteva perché
ora siamo noi a prendere esempio e agire. Ma non agiva nessuno. Non c’era un
cristiano indignato da questo mercimonio. Non c’era un prete che fosse pronto a
spaccare tutto. Non cera ministro di Dio sul sagrato a rompere tutto, a
sfasciare il mercato. C’erano un sacco di farisei, di ignavi, di muratori
pronti ad erigere un nuovo sepolcro imbiancato, benedetto dal Vescovo col
silenzio del Papa.
Io, cristiano praticante poco e
male, peccatore impenitente talvolta pentito, ma convinto che Vangelo è lezione
di vita prima che precetto religioso, ho sodalizzato con quel Gesù
arrabbiatissimo. Avrei voluto spaccare tutto per lui ma non ho potuto e non
posso, non ho potuto e non potrò. Non potrò perché non c’ero. Non potrò perché i
tanti preti buoni, e anche quelli meno buoni, non hanno le braccia e la rabbia
di quel Gesù che spaccò tutto. E quel Gesù che ho visto, probabilmente sognato
tra i fumi di un dopopranzo accaldato di mezzo luglio, era molto rattristato. E
io non ho potuto alleviarne il dolore.
Luca Craia
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