Condivido e rilancio quanto contenuto nell’articolo
odierno del Corriere Adriatico relativamente allo stato di abbandono della casa
natale di San Serafino. Sono anni che pubblico foto e articoli denunciandone il
vergognoso degrado che testimonia anche una certa ipocrisia tutta montegranarese
nella devozione al proprio Santo Patrono, fatta di fuochi e cantanti ma di
pochissimo rispetto per la figura del Santo stesso.
Il problema, però, è ben più articolato di quanto
riporta il giornale. La casa ovviamente non è più quella di Felice Piampiani,
il nostro San Serafino. Negli anni ha subito tanti rimaneggiamenti da essere
completamente stravolta da quella che poteva essere un’abitazione del XV
secolo. Ma insiste nel luogo dove il Santo nacque e, solo per questo, dovrebbe
avere trattamento molto migliore. La casa è privata, ma credo che il
proprietario non farebbe difficoltà di fronte a un progetto della comunità
cittadina per realizzarci qualcosa di importante, come un museo sul Santo o sui
tesori d’arte montegranaresi, oggi sparsi in ogni dove.
Occorre quindi pensare a un progetto e finanziarlo.
Da anni suggerisco l’idea di utilizzare parte dei fondi raccolti dal Comitato
Festeggiamenti. Il Comitato opera da tempo e ogni anno raccoglie fondi ingenti
che vengono destinati all’organizzazione della festa ottobrina. Non so se i
soldi raccolti vengano spesi tutti o se vadano a formare un eventuale fondo di
emergenza. Purtroppo i bilanci del comitato non sono mai stati resi pubblici,
anche se sono al corrente di reiterate richiesta da parte dei vecchi parroci in
questo senso. Se ci sono avanzi di bilancio degli anni passati essi possono
essere utilizzati per un progetto di recupero della casa. Altrimenti si
potrebbe razionalizzare la spesa annuale e trovare lì dei fondi.
E veniamo alla festa patronale: è una festa ormai
sorpassata, antica, non richiama più il pubblico di una volta. Siamo il paese
di Veregra Street, una delle attrattive più innovative e imitate delle Marche,
e abbiamo una festa patronale che ci riporta agli anni ’50. Credo che dovremmo
ripensare all’organizzazione degli eventi in modo da aggiornarli e renderli più
appetibili, sia per i Montegranaresi che per gente di fuori. Così facendo si
potrebbero anche incrementare le entrate da destinare alla casa.
In quanto al Comitato, che per anni ha lavorato
impegnandosi fortemente per la riuscita della festa e che per questo merita plauso
e gratitudine, prima di tutto il Presidente Marino Stizza, ritengo che sia
giunto il momento che si apra alla società e faccia entrare forze nuove,
fresche e con idee innovative. Tutto questo andrebbe nella direzione di creare
una festa civile (quella religiosa va più che bene com’è) che testimoni
devozione al Santo ma che sia anche occasione di incontro per la comunità
cittadina e sia utile per creare qualcosa di importante e duraturo, proprio
utilizzando la casa natale di San Serafino
Luca Craia
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