Ho ascoltato sbigottito l’intervista del Presidente
turco Erdogan rilasciata ieri al Tg1. Lo sbigottimento era dato in parte dal
fatto che stessi ascoltando il Tg1, ma soprattutto da quello che quest’uomo
diceva con una candidezza disarmante, come se insultare e minacciare uno Stato
sovrano e alleato, membro di una comunità di Stati, quella europea, alla quale
si tende ad essere accettato fosse la cosa più naturale del mondo.
Erdogan ha detto cose incredibili che spiegano
molto sul concetto di Stato e di “democrazia” che ha l’uomo in sé ma anche il
suo partito che, ricordiamolo, è un partito islamista. È importante
sottolineare la natura confessionale del partito di cui Erdogan è espressione perché,
nonostante la coalizione sia considerata moderata, anzi, proprio in funzione di
questa sua presunta moderazione, i concetti espressi dal suo leader ci danno l’esatta
misura del concetto democratico che appartiene a chi governa confessionalmente
in nome dell’Islam. Considerando che la Turchia chiede da tempo di entrare in
Europa e che oggi lo fa avendo in mano la formidabile arma di milioni di
profughi pronti a essere riversati sul suolo europeo, tutto questo è
spaventoso.
Ho trovato, nel contempo, sconcertante la risposta
del nostro premier Renzi. Sconcertante non nei contenuti che, anzi, sono
pienamente condivisibili, quanto per la rilevanza che il nostro capo del
Governo ha dato alla cosa. Un tweet. Non un comunicato stampa, non una protesta
ufficiale. Renzi ha ritenuto di chiudere l’attacco istituzionale, perché di
questo si tratta, perpetrato dal nostro presunto alleato turco nei confronti
della nostra Magistratura, uno dei tre poteri fondanti dello Stato Italiano,
con poche righe su un social network.
Siamo il Paese che ha sacrificato il proprio
mercato, prospero e proficuo, con la Russia per assecondare le mire
espansionistiche degli USA, facendo enormi danni alla propria economia e
chiudendo di fatto i rapporti con un partner commerciale e potenzialmente
politico fondamentale senza averne alcun motivo logico, e di fronte a un
attacco inqualificabile da parte di un satrapo dittatore da quattro soldi
reagiamo con un tweet. Fano bene gli Americani a colonizzarci.
Luca Craia
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