Gira da qualche giorno su Facebook una foto che ritrae il classico
cartello di prezzi del carburante. Chi l’ha messa online dice di averla
scattata lungo la Salaria in prossimità delle zone colpite dal terremoto, ed è
vero, visto che poi, tra i tanti commenti, è spuntato anche quello della
signora che gestisce l’impianto. L’accusa legata alla pubblicazione della foto
è che i prezzi risultino esageratamente alti rispetto a quelli normalmente
praticati altrove, e che, quindi, ci si stia approfittando in maniera meschina
della tragica situazione. Tutto condivisibile, per carità, solo che l’accusa
viene mossa al gestore.
Il gestore di un impianto, però, non stabilisce i prezzi alla pompa, che
vengono fissati dalle compagnie proprietarie dell’impianto stesso. Il gestore
percepisce un aggio su ogni litro di carburante erogato che non è influenzato
dal prezzo al litro. Quindi accusare il gestore è ingiusto.
Peccato veniale? Un corno. L’impianto in questione può essere facilmente
individuato e con esso la signora che lo gestisce. Con la viralità che ha
assunto il post su Facebook è facile pensare che stia montando un odio profondo
nei confronti della povera signora, perché montare l’odio su Facebook è
diventato lo sport nazionale. E di odio ce ne è tanto, basta guardare i
commenti. Vi do il link, per curiosità:
Il gestore viene ripetutamente insultato, minacciato, accusato
ingiustamente e non conta il fatto che abbia approfittato dello spazio dei
commenti per giustificarsi: nessuno pare abbia letto o capito cosa viene
spiegato. Cosa si è ottenuto in questo modo? Nulla, solo un sacco di “like” che
sembrano essere un motivo più che sufficiente per tante persone. Mi spiace
profondamente per il gestore dell’impianto, vittima di una situazione tragica a
causa del terremoto e vittima della somma cattiveria degli uomini che si ergono
a giudici su Facebook, giudici inflessibili e spietati, senza conoscere come
funzionano realmente le cose e senza porsi il problema del danno che possono
generare all’accusato che, ricordiamolo, è un essere umano con una vita sua.
Luca Craia
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