Nel lontano (ma non troppo) 2010 fui invitato dai
giovani del Pd a partecipare a un dibattito sul centro storico insieme all’allora
Sindaco Gastone Gismondi e all’attuale assessore all’urbanistica e ai lavori
pubblici Aronne Perugini. Il dibattito si svolse in un bar di Montegranaro,
tutto fu registrato e trascritto in una specie di intervista a tre, molto ben
fatta, che fu pubblicata sul periodico dei Giovani Democratici “Il Cavillo”. Apro
e chiudo una parentesi: dove sono finite tutte quelle belle energie dei giovani
nel Pd? Che fine hanno fatto queste iniziative di coinvolgimento e
partecipazione?
Comunque, il punto è questo: gustatevi le risposte di
Aronne Perugini, che all’epoca era all’opposizione. E poi domandatevi: ma
adesso che governa, tutte quelle parole che fine hanno fatto?
Eccovi l’intervista integrale, è lunghetta ma, credetemi, vale la pena. Buon divertimento.
Luca Craia
Conversazione
sul centro storico con Luca Craia, Gastone Gismondi e Aronne Perugini - di
Edoardo Lelli (VERSIONE INTEGRALE)
27 agosto 2010
La situazione
del centro storico, grazie soprattutto all’attività di un gruppo di residenti
che ha deciso di far sentire la propria voce, è tornata prepotentemente al
centro del dibattito. Per questo motivo lo scorso 21 giugno al Bar Blues noi de
Il Cavillo abbiamo deciso di discutere di alcune delle tematiche
connesse prendendoci un aperitivo con il Sindaco Gastone Gismondi, il
Consigliere di minoranza per “Progetto Veregra” Aronne Perugini e l’esponente
del gruppo civico “Città Vecchia” Luca Craia. A tutti loro va un ringraziamento
per la disponibilità e la cordialità mostrate.
1.
1.
Di recente la questione del centro storico di Montegranaro è tornata ad essere
oggetto di particolare attenzione, anche se i problemi che affliggono questa
parte del paese sono gli stessi da anni ormai. Quali credi siano le tematiche
più urgenti che la caratterizzano?
Gastone
Gismondi: «Il centro storico ha sicuramente molti problemi, con
la condizione di alcune aree che può essere definita addirittura disastrosa.
Però va detto che molto è stato fatto dalle amministrazioni che si sono
succedute nell’ultimo ventennio, soprattutto in termini di opere pubbliche (da
ultimo la torre ascensore, nata appunto per fronteggiare la carenza di posti
auto nella zona). Sicuramente molto altro resta da fare, ma da questo punto di
vista va sottolineato come da pochi mesi siano partiti i “contratti di
quartiere-2”, che hanno
permesso di
avviare progetti per quel che riguarda, tra gli altri, la residenzialità
privata. Mi rendo conto però che tutto questo non basta, ed è per questo che si
sta cercando di attivare altri canali, tra i quali quello che prediligo – anche
se porterebbe risultati solo a lunga scadenza – è quello incentrato sui
finanziamenti dell’Unione Europea. Questo perché, come tutti sanno, pensare di
poter rivoluzionare tutto solo con i soldi del Comune ad oggi è pura follia.
Comunque posso dire sin da ora che qualche piccolo intervento verrà effettuato
quest’estate. Di più purtroppo non è possibile fare.»
Aronne Perugini: «Quello del centro storico è un problema vecchio per
Montegranaro, un problema però per il quale – e il fatto che ci troviamo qui
oggi a parlarne ne è la testimonianza – non è stata ancora messa in cantiere
una soluzione adeguata. Personalmente, non posso che dirmi fortemente critico
sull’operato dei dieci anni di amministrazione Basso sulla tematica, nonostante
tutte le battaglie da noi effettuate nel tempo come minoranza. C’è da dire però
che nemmeno il cambio di amministrazione ha portato ad una svolta nella
politica seguita. Al contrario, tutto è rimasto come prima. Sinceramente, poi,
non capisco il Sindaco quando dice che non ci sarebbero i soldi necessari per
intervenire; forse sarebbe più opportuno dire che quei soldi – che in passato
c’erano – sono stati spesi per altre cose, tra l’altro spesso non nella maniera
più adeguata. E mi riferisco in particolare alla costosissima realizzazione
della torre ascensore. Al contrario, destinare risorse al miglioramento della
condizione del centro storico avrebbe portato vantaggi largamente maggiori per
la comunità rispetto a quanto garantito da quell’opera.
Premesso
questo, a mio avviso l’attenzione andrebbe concentrata su alcune tipologie
particolari di interventi. Innanzitutto iniziare a dare importanza
all’ordinaria manutenzione nonché alla pulizia quotidiana dell’area; in secondo
luogo un monitoraggio continuo degli immobili fatiscenti, punto però sul quale
torneremo più avanti. Vi sono poi interventi di natura più cospicua, che
comunque non avrebbero neanche questi un costo astronomico per il Comune. Fermo
restando, ovviamente, che un problema complesso come quello del nostro centro
storico non può venire risolto dall’oggi al domani»
Luca Craia. «Come è già stato detto, quello del centro storico è
un problema antico. È iniziato nei primi anni ’80, quando si è cominciato a
costruire altrove e già nei primi anni ’90 con il progressivo spopolamento la
situazione dell’area risultava fortemente peggiorata. Da residente del centro
storico posso dire senza dubbio che la condizione attuale è veramente molto
grave. Quello che va sottolineato è innanzitutto che si percepisce una scarsa
conoscenza della questione. Lo dimostra ad esempio - senza voler fare polemiche
- la precedente affermazione del Sindaco secondo la quale una soluzione al
problema del centro storico sarebbe stata la costruzione della torre ascensore.
La torre è stata pensata infatti per risolvere i problemi di un’area particolare
del centro, mentre il centro storico gravita da tutt’altra parte. Quindi la
torre non risolve assolutamente nulla. Detto questo, il motivo per cui noi di
“Città Vecchia” abbiamo invitato la maggioranza e l’opposizione a fare le
cosiddette “passeggiate” era proprio quello di aiutarle a prendere coscienza
della tematica.
Per quel che
riguarda invece la soluzione dei problemi del centro storico, sicuramente
quello della mancanza di soldi è un elemento da considerare. Però credo anche
che non servano grandissime somme perché la manutenzione non sarebbe costosa.
Effettivamente dopo la prima passeggiata col Sindaco sembrava di essere in un
altro paese, ma già a distanza di poco tempo la sporcizia è ricomparsa. Questo
per dire che già una manutenzione ordinaria programmata e continua
permetterebbe di fare un bel passo avanti. Comunque il fatto che il Sindaco
dica che si sta mobilitando per attingere a fondi europei è sicuramente
positivo; ci vorrà molto tempo ovviamente, ma è chiaro anche che se non si
inizia il problema del centro storico non potrà essere risolto. Per questo
dico: puntiamo sì su progetti di ampio respiro, ma partiamo dalle piccole cose
e facciamolo subito.»
1.
2.
Da anni viene periodicamente sollevata la questione degli immobili fatiscenti o
pericolanti nel centro storico e delle possibili modalità di recupero di queste
abitazioni. Al di là dell’elemento puramente estetico, quanto è preoccupante la
situazione da questo punto di vista? Come credi si possa affrontare questa
problematica?
A.P. «Su questa tematica posso sin da subito sottolineare
la pericolosità della situazione, soprattutto in un paio di casi particolari.
Tempo fa era già stato effettuato uno studio relativo a questa questione; uno
studio che andrebbe ripreso. Detto questo, il problema è che purtroppo,
rispetto a quello che si verifica in altri quartieri, investire nel centro
storico è più costoso. Per questo motivo sarebbe necessario predisporre degli
incentivi (non solamente una tantum e che siano legati ad esempio all’ICI o
alla TARSU) che facciano sì che investire in tale area abbia almeno gli stessi
costi rispetto ad altre aree. Tutte cose queste che tra l’altro ogni anno noi
della minoranza abbiamo chiesto in sede di approvazione del bilancio
preventivo. Questo è quello da cui si dovrebbe partire, non essendo pensabile
che possano bastare semplici interventi singoli.
Va poi detto
che sono già stati fatti una mappatura e delle ordinanze nelle quali sono stati
censiti gli immobili fatiscenti; allora quella che andrebbe fatta è una
graduatoria sulla base della quale individuare quegli edifici sui quali di
volta in volta intervenire. Dopodiché verrebbe fatta eventualmente una diffida
al privato ad intervenire. Nel caso in cui quest’ultimo non si attivasse, il
Comune stanzierebbe una certa cifra per mettere in sicurezza gli stabili e
renderli decorosi; cifra che – se possibile – si recupererebbe in seguito
allo
stesso privato proprietario dell’immobile. Certo, mi rendo conto che questo
tipo di operazioni porterebbe frutti solo a lungo termine, ma è un dato di
fatto che negli ultimi undici anni non è stato fatto pressoché nulla di
concreto. E poi vorrei dire al Sindaco che sarebbe il caso che
l’amministrazione desse il buon esempio in tal senso, invece di lasciare
l’edificio comunale da ben dodici anni in una situazione di lavori in corso. Se
è il Comune stesso che non spende soldi per i propri immobili nel centro
storico, come si può pretendere che lo faccia un privato?»
L.C.
«Anche questo degli stabili dell’area è un problema serio, ma pure qui a mio
avviso si potrebbe intervenire senza che il settore pubblico debba per forza
fare investimenti esorbitanti. Precisamente, coinvolgendo i privati si potrebbe
far sì che il Comune funga unicamente da tramite, inducendo il proprietario di
immobili fatiscenti siti nel centro storico a fare gli interventi necessari.
L’investimento nel centro storico oggi come oggi è chiaro che è più costoso che
in altre aree, ma d’altronde è così dappertutto. La differenza sostanziale è
che da noi non si investe perché non vi è praticamente un ritorno economico
adeguato. Però è fuori dubbio che l’input iniziale dovrebbe provenire dal
settore pubblico; solo dopo ciò si può pensare che anche il privato cominci ad
essere interessato ad investire denaro.
Altro
elemento su cui soffermarsi è quello legato all’insediamento nell’area di
famiglie a basso reddito - anche extracomunitarie. Io comunque considero questo
un finto problema; tutto si è infatti risolto da sé col tempo, perché gli
extracomunitari ormai si sono sufficientemente integrati, lavorano e nella
maggior parte dei casi sono divenuti proprietari delle case in cui vivono.
Anzi, posso dire che vivere vicino a loro è come vivere vicino ad un italiano,
in certi casi anche meglio. Certo, c’è il rischio che si possano creare dei
“ghetti”. Per questo bisogna stare attenti, in particolare quando si procederà
alla costruzione delle nuove case popolari negli edifici dell’ex ospedale.
Questo perché se venissero commessi degli errori in tale ambito, poi non si
potrà più dire che l’obiettivo dell’amministrazione era quello di voler
rivitalizzare il centro storico. Sarebbe una contraddizione in termini.
Soffermandoci
poi sull’alternativa “abbattere o conservare”, sono dell’avviso che la
soluzione migliore stia nel giusto mezzo. Cioè, né conservare tutto né buttare
giù tutto
sarebbe
più indicato invece effettuare un’analisi punto per punto, zona per zona.
Questo mi permette di ricollegarmi alla questione del piano particolareggiato,
che è una cosa sicuramente molto importante. Infatti se vogliamo ridar vita ad
un centro storico che sia appetibile anche turisticamente il piano – che già
c’è ed è anche sostanzialmente ben fatto – va rispettato. Cosa che non sempre
avviene oggi.»
G.G.
«Tralasciando gli aspetti polemici e concentrandoci invece su quelli
costruttivi, parlare del centro storico vuol dire senza dubbio parlare di un
problema annoso. Però vi dico subito che rispetto a quella di tanti paesi
limitrofi la situazione di bilancio di Montegranaro è migliore. Altri comuni
hanno sforato il patto di stabilità e, vista la situazione, sto pensando
seriamente anch’io di farlo. Anche perché lo scorso anno sono stato costretto,
per rispettare i parametri, a trascurare alcuni aspetti a me cari, non ultimo
quello del sociale. Come ha annunciato qualche giorno fa lo stesso
vicepresidente della regione Petrini, quest’anno Montegranaro subirà un taglio
di bilancio di 80mila euro; cosa che rischia di far saltare tutta la
programmazione relativa al sociale. Quindi, dato questo, pensare di poter fare
investimenti oggi risulta oggettivamente difficile. Perugini ha ragione a
citare la questione del palazzo comunale, il secondo piano del quale è stato
recentemente dichiarato inagibile. Allora, Perugini, perché non dite al
governatore Spacca di mandare qui i soldi o almeno di presentare un progetto
per rendere possibile il completamento dei lavori?
Comunque, tornando alla questione degli immobili nell’area del centro storico,
va detto che recentemente alcune situazioni di degrado sono state sanate.
Ebbene, io mi auguro che anche il progetto che verrà realizzato per l’ex
ospedale funga da volano per un miglioramento ulteriore della situazione.
Scendendo
infine più nel dettaglio degli aspetti legati alla sicurezza, è sicuramente
vera la necessità di mettere in campo un controllo a tappeto; va però
sottolineato anche il grande sforzo compiuto dalle forze dell’ordine, grazie al
quale è stato praticamente debellato il problema del traffico della droga nel
centro storico.»
1.
3.
Quale potrebbe essere a tuo avviso un piano realistico ma anche efficace per
ridare vita a quest’importante area? Personalmente ritengo che quello della
valorizzazione del patrimonio storico-artistico qui presente (Chiesa dei Santi
Filippo e Giacomo, Cripta di Sant’Ugo, ex ospedale) sia un tema fondamentale,
soprattutto per far sì che quello che viene a Montegranaro non sia solo un
“turismo consumistico” o comunque “mordi e fuggi”. Qual è il tuo punto di vista
sulla questione?
L.C. «Posso sicuramente esordire dicendo che quella
riguardante l’ex ospedale (insieme alla Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo)
costituisce gran parte della problematica che investe il centro storico.
Infatti, secondo me, se si riuscisse a migliorare la condizione di questi due
edifici l’area potrebbe beneficiare di importanti opportunità anche sotto il
profilo commerciale. Una cosa che mi preme dire, però, è che a mio modo di
vedere il centro storico di Montegranaro non è affatto brutto; semmai è mal
tenuto e presenta notevoli problemi strutturali. Certo, da un punto di vista
turistico non si può pensare di poter avere situazioni paragonabili a quelle di
centri più blasonati. Però sarebbe il caso di sfruttare meglio quel
“patrimonio” costituito dal grande flusso di gente che viene a comprare nei
nostri outlet, magari creando un sistema che permetta a queste persone di
visitare anche altro. Penso alla sfida rappresentata dal tentativo di favorire
l’apertura di esercizi commerciali di un certo tipo all’interno dell’area,
quali ad esempio ristorantini caratteristici. Siamo d’accordo, questo sarebbe
un passo successivo rispetto a quello di riqualificazione di cui parlavamo
prima. Il meccanismo però è sempre lo stesso: andare per gradi, partendo prima
dagli interventi più piccoli. Ma comunque partire.»
G.G. «Quella della chiesa è una delle prime tematiche per
le quali mi sono attivato tramite l’architetto Rinaldesi, che per conto della
Curia ha curato i lavori di ristrutturazione. Sappiamo tutti però che l’errore
principale in questo ambito l’ha fatto in passato la regione,
sprecando
solo denaro. Ad oggi l’ammontare di soldi necessario per la ristrutturazione è
di 650mila euro, metà del quale dovrebbe essere finanziata dalla regione (il
condizionale è d’obbligo perché al momento non vi è la necessaria copertura
finanziaria) mentre l’altra dovrebbe esser stanziata dall’istituzione
ecclesiastica. Per il resto posso dire di essermi speso personalmente per far
arrivare il progetto al Ministero dei Beni Culturali, per cercare di ottenere
fondi aggiuntivi con i quali portare avanti i lavori. Realisticamente, però,
nutro qualche dubbio circa la buona riuscita dello sforzo.
Passando
alla questione dell’ex ospedale, in una parte dell’edificio – come molti sanno
– verranno ricavati venti nuovi appartamenti (dieci di proprietà comunale e
dieci dell’ERAP) mentre nell’altra saranno costruiti degli spazi pubblici
polifunzionali. Ebbene, non si può negare a priori che potrebbero esservi
rischi di ghettizzazione per quel che riguarda questi nuovi alloggi, per cui
bisognerà fare molta attenzione e vigilare adeguatamente. Da questo punto di
vista è sicuramente importante aver instaurato un dialogo con il presidente
dell’ERAP Franceschetti – tra l’altro persona sempre molto disponibile – circa
un tentativo di modifica dei parametri delle graduatorie per l’assegnazione
degli alloggi popolari, in modo da scongiurare possibili situazioni “anomale”.
Circa
il piano particolareggiato per il centro storico, è vero che siamo partiti da
quello preesistente, ma vi abbiamo apportato numerose modifiche perché ci siamo
accorti che le ristrutturazioni nell’area non rispettavano fedelmente alcuni
parametri validi in altri centri storici. Certo, deve esserci un impegno da
parte nostra a migliorare l’efficacia dell’ufficio tecnico nello svolgere il
suo compito di controllo circa l’applicazione delle leggi emanate in materia in
consiglio comunale. Va poi detto che il vecchio piano particolareggiato
definiva gentilizi degli edifici che in realtà non lo erano; infatti nel nostro
centro storico sono pochi gli immobili con una valenza artistica particolare.
Quei pochi che ci sono, comunque, andranno sicuramente salvaguardati. Però
vorrei rendere merito all’ex consigliere Giuseppe Viozzi, il quale aveva
ragione quando diceva che sarebbe stato necessario abbattere alcune case
fatiscenti che i proprietari non avevano intenzione di recuperare, in modo da
creare nuove “piazzette” o comunque spazi fruibili da parte della cittadinanza.
Col senno di poi, posso dire
che
sarebbe stata un’ottima soluzione.
Concludendo,
un'altra cosa che mi sta particolarmente a cuore esporre è come vorremmo
impostare parte dello sviluppo del piano di recupero del centro storico. In
sostanza, vorremmo dar vita ad un “progetto di idee” – magari in collaborazione
con una università della nostra regione – con un premio al vincitore. Un passo
importante che a mio parere tutto il consiglio comunale deve avere il coraggio
di fare. Certo, realizzare quello di cui parlava Craia nel suo intervento
precedente sarebbe bello. Così come sarebbe interessante organizzare dei tour
che facciano sì che chi viene a Montegranaro per acquistare calzature sia
invogliato a fare un giro turistico all’interno della città. Ritengo che si
debba seguire questa via, magari con l’aiuto delle varie associazioni o
comitati – quali lo stesso “Città Vecchia” – esistenti. Anche l’apertura di
punti di ristorazione all’interno dell’area sarebbe interessante, ma vanno
trovate persone che credono in progetti di questo tipo.»
A.P.
«Prima di rispondere alla domanda vorrei soffermarmi
sulla notizia che ci ha dato il Sindaco riguardo alla parziale inagibilità
dell’edificio comunale. Stavamo parlando di come riuscire ad indurre i privati
a sanare le situazioni di criticità e pericolosità degli immobili di loro
proprietà, anche tramite ordinanze emanate dall’amministrazione. Beh, a questo
punto si potrebbe dire che il Sindaco dovrebbe fare un’ordinanza a se stesso,
viste le condizioni in cui versa il palazzo comunale. Dispiace dirlo, ma ciò
dimostra quanto sia stata carente l’attenzione rivolta negli anni nei confronti
della tematica che stiamo analizzando. Se si vuole avere anche solo un minimo
di credibilità agli occhi dei privati, l’amministrazione deve assolutamente
porre come priorità la ristrutturazione dell’edificio comunale. Né si può dire
- come ha fatto il Sindaco - che i soldi dovrebbero arrivare dalla regione,
dato che si tratta di un’operazione che era stata prevista ben dodici anni fa.
Tanto più che sono stati fatti investimenti e contratti mutui per opere che non
avevano nemmeno un centesimo della rilevanza che ha la cosa di cui stiamo
parlando ora.
Premesso
questo, credo sia chiaro che l’obiettivo debba essere quello di riportare la
gente nel centro storico e di rendere quest’ultimo la vetrina di Montegranaro.
Noi di
“Progetto
Veregra” avevamo messo quest’impegno tra i punti fondamentali del nostro
programma elettorale, non essendo tollerabile che quest’importante area sia
solo un “dormitorio” o comunque un luogo di residenza. Proprio per questi
motivi siamo completamente contrari al progetto che è stato previsto per
l’edificio dell’ex ospedale, che crediamo debba essere al centro di un
itinerario storico-turistico-commerciale. Un’operazione che contribuirebbe a
rendere il centro storico più vivibile e decoroso. Per questo, passi la
realizzazione di una decina di alloggi popolari nella parte non storica
dell’edificio, ma per quel che riguarda la parte storica andare a fare
appartamenti è stato un “delitto urbanistico” che noi non abbiamo mai
condiviso. Francamente oggi io non so se sia più possibile tornare indietro, ma
è sicuro che l’amministrazione dovrebbe impegnarsi e fare il possibile per trovare
una via d’uscita dalla scelta scriteriata che è stata fatta. Magari tramite
delle varianti in corso d’opera.
Per
quel che riguarda la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, nel nostro programma
elettorale dell’anno scorso era stata prevista la possibilità di darle una
destinazione pubblica. Anche perché, come abbiamo detto, non sono moltissimi a
Montegranaro gli edifici di pregio. Ecco quindi un altro motivo per ragionare –
magari a lungo termine – sull’acquisto dalla Curia di questo immobile, dato
anche che avremmo bisogno come l’aria di spazi di questo tipo. Io capisco
l’esigenza di rispettare vincoli quali quelli previsti dal patto di stabilità,
però sarebbe comunque possibile trovare vie per contrarre mutui. È sempre lo
stesso problema: è una questione di volontà politiche che implicano scelte su
cosa investire e su cosa no. Lo stesso ex Sindaco Basso non l’ha nascosto in
passato: da un punto di vista elettorale – disse ad alcune assemblee – conviene
investire nelle zone più popolose. Ecco, io dico che è ora che questa logica
vada abbandonata, perché il centro storico non è solo di chi ci abita ma di
tutta la cittadinanza. E per questo gli va data una dignità.
Inoltre,
allargando il discorso ad aspetti più generali della tematica, se noi di
“Progetto Veregra” avessimo vinto le elezioni sarebbe stata nostra intenzione
riconvertire ed adibire i locali oggi sfitti siti nel centro storico ad uso
commerciale, ad esempio dando vita a quello che viene chiamato “centro
commerciale diffuso”.»
1.
4.
Come ultimo punto di questa nostra discussione vorrei lasciare campo libero ad
ognuno di voi. Dunque massima liberta, purché l’intervento sia in linea con
l’argomento centrale della tavola rotonda.
G.G. «Ritorno un attimo sulle precedenti considerazioni di
Perugini per dire che piangere sul latte versato non serve a nulla. E che non
mi si venga a dire che in questi anni non è stato fatto nulla. Noi riteniamo
opportuni gli investimenti realizzati nel tempo, a partire da quei dieci
chilometri di marciapiedi di cui abbiamo dotato il paese, prima sprovvisto.
Anche la torre ascensore aveva come obiettivo l’incentivazione della
residenzialità nel centro storico tramite la creazione di quei parcheggi che in
molti casi non vi erano.
Detto questo,
ciò che ci dobbiamo augurare è innanzitutto che l’Italia riesca a risolvere
quei problemi di cui gli amministratori ai vari livello stanno oggi soffrendo,
soprattutto dal punto di vista finanziario. Certo, ci sono degli enti inutili che
vanno aboliti e ciascuno deve fare la sua parte, ma è vero anche – e qui mi
rivolgo nuovamente a Perugini – che attualmente non è possibile per nessun
paese contrarre mutui. Ricordo poi che né a Montegranaro né in altri comuni
limitrofi si sta più costruendo e che quindi non ci sono più entrate derivanti
dagli oneri di urbanizzazione, situazione che crea gravi difficoltà per il
bilancio. Tutti elementi di cui va tenuto conto per dare una valutazione
oggettiva della situazione attuale.
Concludendo, il
messaggio che vorrei lanciare alla cittadinanza è quello che vede
un’amministrazione comunale che vuole impegnarsi appieno per risolvere un
problema come quello del centro storico, molto sentito dai montegranaresi e che
da troppo tempo è irrisolto. Cercheremo di affrontarlo in maniera concertata
con l’opposizione, sperando così di trovare una soluzione che accontenti
tutti.»
A.P.
«Purtroppo non mi trovo pienamente d’accordo con il Sindaco, perché non sono
sicuro che non sia possibile oggi contrarre nuovi mutui. Anche perché non
vorremmo che succedesse quello che si è verificato in passato: cioè che per il
centro storico non c’erano soldi, mentre per altre cose i soldi si sono sempre
trovati. Poi, ovviamente, alla fine dei cinque anni verificheremo e trarremo le
necessarie conclusioni. Quello che è certo è che fino ad oggi la priorità delle
ultime amministrazioni non è stata il centro storico, contrariamente a quella
che invece è la nostra visione. Poi, se da adesso in avanti le cose prenderanno
un’altra piega io non avrò problemi a darvene atto. Detto questo, fa piacere
sentire il Sindaco dire che l’amministrazione troverà una soluzione per le
problematiche che affliggono il centro storico confrontandosi con
l’opposizione. Un impegno che, se verrà rispettato, sarà una vera e propria
rivoluzione rispetto al passato. Posso sin da ora manifestare la disponibilità
della minoranza in tal senso.
Aprendo
poi una piccola parentesi sulla torre ascensore, quello che vorrei dire al
Sindaco è che il problema non è tanto quello dell’opera in sé quanto della
passerella di 32 metri che avete costruito invece di fare tutto attaccato alla
scarpata. Un lavoro che tra l’altro è venuto a costare cinque-sei volte più dei
600mila euro inizialmente preventivati; un costo esorbitante se paragonato agli
esempi di paesi quali Monte Urano o Macerata. Soldi che potevano essere
investiti in altre opere prioritarie.»
L.C. «Il
problema, l’abbiamo ripetuto molte volte, è grosso e serio e non può essere
risolto come se si avesse una bacchetta magica. Sono necessari soldi ed
investimenti, però partiamo prima dalle cose più piccole e andiamo per gradi.
Infatti resta difficile pensare di poter rilanciare il centro storico sia dal
punto di vista commerciale che culturale se le strade continuano ad essere
lastricate di guano di piccione o se le impalcature che sorreggono le case
instabili sono più pericolose degli stessi edifici che proteggono. Il messaggio
che vorrei passasse è che la rinascita del centro storico può iniziare domani
mattina e senza spendere un soldo. Va dato decoro a quello che già esiste, poi
si può passare ad altro.
Vorrei
poi proporre al Sindaco di coinvolgere non solo l’opposizione ma anche la
cittadinanza in maniera più vasta. Io comunque sono fiducioso, perché questa
amministrazione sta dimostrando – a differenza di quello che accadeva in
passato – una certa disponibilità ad affrontare queste problematiche. Certo, da
qui a dire che abbiamo la soluzione al problema del centro storico in tasca ne
passa; però anche oggi un piccolissimo passo è stato fatto. Speriamo che questa
sia la volta buona, anche perché se perdiamo l’ennesimo treno temo che non
riusciremo più a fare nulla per salvare il nostro centro storico.»
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