Ci sarebbe
un piano antenne da redigere e attuare, a Montegranaro, anche con una certa
urgenza. Se ne parla da due anni almeno, dopo che il Movimento 5 Stelle aveva
portato in Consiglio Comunale una mozione per adottarne uno già per l’anno
2015. Nel frattempo è scoppiato il caso dell’antennona di San Liborio,
fortunatamente risoltosi con la saggia decisione della Vodafone di
soprassedere, e questa vicenda avrebbe dovuto mettere in allarme la maggioranza
di governo, ma non lo ha fatto.
Senza un piano
antenne serio, infatti, una situazione come quella scongiurata a San Liborio
potrebbe ripresentarsi in qualsiasi momento e il Comune sarebbe sprovvisto di
strumenti per contrastarla. Un’amministrazione attenta, dopo il grossolano
errore (se di errore si è trattato) compiuto con la Vodafone, avrebbe iniziato
subito a studiare un piano da attuare con la massima celerità. Invece, una
volta superata la crisi, è sceso il silenzio più assoluto. Ma la necessità
resta, il rischio che la salute dei cittadini venga di nuovo messa a
repentaglio esiste ancora e l’unico modo per scongiurarlo è questo: adottare un
piano antenne.
Poi ci sono
le antenne già esistenti. Sono sparse un po’ dappertutto, ma la concentrazione di
questi apparecchi sulla torre dell’acquedotto preoccupa non pochi cittadini. La
domanda è questa: chi ne controlla le emissioni? Siamo sicuri che è tutto a
norma? Il Comune dovrebbe essere in possesso di uno strumento per misurare le
emissioni ma ho come l’impressione che in piazza Mazzini non sappiano nemmeno
dove sta. Ma sulla torre dell’acquedotto ce ne sono tante, di antenne, e una
volta venivano monitorate. Oggi?
Luca
Craia
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