Probabilmente
dipende dal fatto che la dirigente scolastica che regge il nostro IC non è del
luogo e non ha alcun sentimento storico o di appartenenza con la città in cui
presta la sua opera. Ma dipende anche dalla volontà politica manifesta del
Sindaco Mancini, acclarata più volte anche a mezzo stampa con annunci di
trasferimenti di altre strutture in quella sede. Fatto sta che continua l’opera di smontaggio, svalutazione
e affossamento del plesso scolastico delle elementari centro, le scuole
rosse, per capirci.
La
precedente dirigenza aveva redatto uno stradario che, quantomeno, poneva i genitori
che abitassero nelle zone attribuite al plesso del centro l’obbligo iniziale,
ferma restando la possibilità di trasferire i propri figli altrove, di
iscriverli nella scuola di appartenenza. Questo agevolava, ovviamente, la
creazione di due sezioni. Con la nuova dirigenza non si è dato più valore al
criterio geografico e la conseguenza è stata che quest’anno si è potuta organizzare una sola sezione, e con
difficoltà, ovviamente a scapito della didattica.
A questa problematica
oggettiva va aggiunta quella antica e pregiudiziale relativa alla massiccia presenza di alunni di origine
straniera. Ovviamente la scuola del centro raccoglie i bambini dei tanti
extracomunitari che vi risiedono e la loro scarsa dimestichezza, almeno nei
primi anni, con la lingua italiana, unita a una presenza della famiglia a
scuola molto spesso inferiore alle aspettative, genera preoccupazione per un
eventuale rallentamento dell’apprendimento generale delle classi. In realtà,
però, i dati oggettivi parlano di un
livello di istruzione molto alto, il migliore tra i plessi montegranaresi,
per cui questo si rivela essere un finto problema.
Quest’anno,
ad aggravare ulteriormente la situazione, c’è la decisione di trasferire alcune insegnanti presso altri pressi, impoverendo
la scuola del centro e causando una discontinuità nella didattica che diventa
ulteriore fonte di malcontento e preoccupazione tra i genitori che già stanno
ragionando su eventuali trasferimenti dei loro figli.
Così facendo si va inesorabilmente verso la
fine della scuola rossa. Sarebbe un peccato. Lo sarebbe da un punto
di vista storico perché è lì che sono andate a scuola generazioni e generazioni
di montegranaresi. Sarebbe un peccato da un punto di vista sociale, perché la
scuola rappresenta un organo vitale per un quartiere come il centro storico che
soffre di gravissimi problemi. Sarebbe un peccato dal punto di vista della
didattica, visto che la scuola rappresenta il miglior plesso cittadino. Sarebbe
un peccato per la sicurezza, dato che l’edificio
in questione è l’unico realmente a norma.
E allora perché
si procede in questo scellerato proposito? Per me è inspiegabile. C’è una
direttiva politica, è indubbio, e sappiamo quanta influenza il Sindaco abbia
sulla dirigente scolastica. Ma le vere motivazioni sfuggono, sembra che si
agisca di istinto, con una sorta di rabbia, una specie di desiderio di rivalsa.
In tutto questo, probabilmente, il dirigente assume solo un’unica
responsabilità: quella di non conoscere Montegranaro, di non amarla, e di agire
sulla città come se stesse manipolando un materiale inerte, mentre qui si
tratta di persone, storie, vite.
Luca
Craia
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