Una breve
riflessione ispirata dalla brutta storia di Tiziana Cantone, suicidata dal
social network e dai sui idioti giocolieri dell'odio. No, non ho sbagliato
complemento: la ragazza è stata suicidata, e a suicidarla sono stati quegli
imbecilli che considerano il social una terra popolata da esseri elettronici,
quindi non esseri, non veri. Sono quelli che reputano possibile, o per il gusto
di ridere di te o per vomitarti addosso tutte le loro frustrazioni,
giustificati da poveri ragionamenti (quando ci
sono) morali o da disaccordi superficiali, massacrare la gente di insulti,
sparlarne nella pagine virtuali, crearne di apposite col solo scopo di colpire
l'oggetto della loro misera ossessione. Sono quelli che masturbano le loro
povere menti nel pettegolezzo, sono quelli che fanno dello sfottò un'arma
contundente. Il paragone non calza alla perfezione ma può dare un'idea, perché
la meccanica è la stessa: sono quelli che aprono pagine Facebook in cui l'unico
scopo evidente è sputtanare, sono quelli che saltano in piazza sfottendo un
nemico in realtà indotto, sono quelli che sputano odio in massa sotto i tuoi
post. Loro non sanno, dimenticano nella loro stupidità, che l'oggetto del loro
denigrare è una persona reale. A ricordarglielo c'è la povera Tiziana. Ma sono
troppo stupidi per capire.
Luca
Craia
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