È sceso un
silenzio politicamente opportuno, dopo una settimana dall’assemblea pubblica
sulla sicurezza della scuola di Santa Maria a Montegranaro . È un silenzio che credo piaccia molto all’amministrazione
comunale ma che stupisce dal lato dei genitori che, ancora una volta, accettano
supinamente le decisioni prese dall’alto come se nell’edificio scolastico non
ci siano i loro figli.
Nell’arco di
una settimana è avvenuto il miracolo delle aule lesionate e guarite in un
battibaleno: le pareti che rischiavano di cadere addosso ai bambini sono state
sistemate in poche ore di lavoro da mastri muratori favolosi che usano la
bacchetta magica anziché la cazzuola. Ma è rimasto il problema della mensa, per
la quale non c’è magia che tenga: il locale è seriamente inagibile e la
situazione non si risolve con una passata di stucco autolivellante.
E dove li
fanno mangiare, allora, questi bambini? Sembra che la ASUR abbia dato parere
favorevole a far mangiare i bambini in aula, anche se pare che ispettori dell’azienda
sanitaria non si siano visti per rendersi conto di persona. Quindi i giovani
alunni mangiano sul proprio banco, assistiti dalle insegnanti e da tre persone
assunte con borse lavoro che provvedono alla pulizia. E mentre queste
apparecchiano e sparecchiano, i bambini o stanno lì o in corridoio. Una sorta
di allevamento in batteria, dove i bambini stanno fermi nello stesso posto, sia
per studiare che per mangiare, per circa otto ore al giorno.
Si dice che
il provvedimento è temporaneo ma non si dice quanto lo sia, non ci sono date
certe e non è stato iniziato alcun lavoro. Ma sta bene a tutti e va bene così.
In altri paesi i genitori avrebbero smontato la scuola. A Montegranaro no.
Luca
Craia
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