Non molti lo
conoscono, purtroppo serve avere una certa età per ricordarlo, ma credo di
poter affermare senza tema di smentita che il vero e unico piatto tipico
montegranarese sia il pasticcio. Dilettandomi di cucina devo ammettere che non
ho mai provato a farlo ma ricordo con una certa precisione come lo faceva nonna
Peppa e qui ve lo riporto, avvisandovi che si tratta di un piatto estremamente
deciso, il quale può essere solo amato o odiato. Nonna lo faceva così:
preparava le tagliatelle all’uovo (li tagliolì, come diceva lei), rigorosamente
fatte a mano, e ne faceva volutamente di più perché avanzassero. Il pasticcio è
piatto povero, della tradizione popolare, e in quanto tale è fatto con gli
avanzi. Nonna lo faceva con le tagliatelle perché il periodo della miseria era
passato ma è lecito supporre che in passato lo si realizzasse con qualsiasi
tipo di pasta fosse avanzata.
Le tagliatelle
venivano condite col sugo della domenica, quello della tradizione, fatto con
carne macinata ma anche con pezzi di “umido”, un po’ di carne di gallina e di
agnello, soffritto di cipolla, sedano e carota sfumato al vino bianco, una
cipolla intera infilzata con chiodi di garofano, passata di pomodoro. Nonna
usava anche un po’ di conserva di pomodoro. Le tagliatelle venivano condite col
sugo e mangiate regolarmente. Quelle che avanzavano finivano nel pasticcio.
Si aggiungeva
alle tagliatelle avanzate e condite col sugo di carne abbondante cannella e le
si chiudevano in una torta di pastafrolla. Batate bene: pastafrolla, non pasta
sfoglia o cose simili, pastafrolla dolce. Si decorava la pastafrolla con
incisioni o lavorazioni particolari, si spennellava il tutto col rosso d’uovo e
via in forno. Si mangiava freddo o tiepido a fette. Se ne avete il coraggio provate. Buon
appetito.
Luca Craia
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