Leggevo con
dolore del suicidio di un collega libraio, avvenuto nei giorni scorsi a
Camerino. Un ragazzo di 31 anni che, al culmine della disperazione, si toglie
la vita perché non riesce più a mandare avanti l’attività che gli fa mantenere
se stesso e la famiglia. Una storia ricorrente, purtroppo, e per la frequenza
di casi analoghi nulla sta facendo nessuno. Certo, il caso del libraio di
Camerino è aggravato dalla situazione generatasi col terremoto che, però,
certamente ha trovato uno stato di cose già precario e fisiologico per chi
svolge questa attività. I mesi di fine anno, per i librai, sono difficilissimi,
e a renderli difficili è lo Stato. Ora vi spiego perché.
I libri
scolastici delle scuole primarie, come si sa, non vengono pagati dai genitori
ma dallo Stato, questo lo sappiamo tutti. Quello che non tutti sanno è che, per
diversi mesi, i libri li paga il libraio e poi, con molta calma, lo Stato
restituisce l’importo. Partiamo, innanzitutto, dalla considerazione che le
cartolibrerie forniscono il servizio dei libri di testo per la scuola primaria
con un margine lordo che raramente supera il 12% del prezzo di copertina. Il
lavoro è immane, impegna il libraio per alcuni mesi e occupa spazi nel negozio.
Ci sono spese, viaggi, libri non ritirati ma pagati. Alla fine del gioco al
libraio rimane poco o niente, diciamo che, se va paro, gli è andata bene. Perché
allora si fornisce il servizio? Perché, in teoria, dovrebbe portare clientela e
quindi consentire di vendere la cancelleria dove il margine permette al libraio
di sostenersi.
I libri, i
librai, li pagano in contanti. Li consegnano ai propri clienti che, ovviamente,
non pagano nulla, non rilasciano alcuna ricevuta e, per ottenere il pagamento,
i librai devono attendere che i clienti riportino le cedole librarie e questo
avviene, normalmente, non prima della metà di ottobre. I libri, però, erano in
magazzino già a luglio. Pagati. Una volta ricevute le cedole, il libraio emette
la fattura al Comune di residenza dei clienti che ha sessanta giorni per il
saldo. Per tutta questa operazione il Comune trattiene il 2% dell’importo della
fattura.
Quindi,
ricapitolando: il libraio anticipa i soldi a luglio e ottiene il pagamento,
grossomodo, a dicembre, decurtato del 2%. Con un margine del 12% lordo di
partenza, le spese per le consegne e i ritiri, qualche libro che rimane in
magazzino non ritirato, le tasse e l spese vive, si fa presto ad andare sotto,
a rimettere. Tutto questo senza considerare gli eventuali interessi bancari.
Insomma, il libraio anticipa qualche migliaio di Euro per lo stato per diversi
mesi per un guadagno che non c’è. Questo crea evidentemente problemi di
liquidità all’attività commerciale. Capita anche che qualcuno, per far fronte,
ritardi, ad esempio, il pagamento dell’INPS. E lo stato che fa? Prima di
saldare la fattura pretende il DURC, ossia controllo la regolarità
contributiva, e se il creditore ha saltato una rata di contributi perché lo
Stato detiene i suoi soldi, lo Stato non lo paga.
Questo è il
sistema dei libri scolastici gratuiti per le scuole primarie. Libri che, vedete
bene, più che lo Stato, li paga il libraio.
Luca
Craia
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