Mi sorprendo
spesso a pensare a cosa possa significare oggi essere tesserati del Partito
Democratico. Quella tessera, come ogni tessera di partito, significa, o
dovrebbe significare, attaccamento, fedeltà, fede, convinzione, idealità. Un
tesserato del PD, che non abbia altre finalità che possano derivare dall’iscrizione
a un partito, deve credere molto in quella tessera per rinnovarla ogni anno. La
tessera è una sorta di contratto, un tesserato rappresenta, non è soltanto
rappresentato, dal partito al quale è iscritto.
Mi domando,
allora, quanto possa pesare quella tessera in tasca a chi l’abbia richiesta perché
ci crede, o ci credeva e ora spera. Deve essere un peso enorme per chi credeva
nei valori di uguaglianza, equità, fraternità, per chi possiede ideali di
giustizia, per chi sostiene i diritti dei più deboli. Mi domando cosa pensi, un
tesserato PD che possieda quella tessera non per convenienza, quando vede il
suo partito distruggere l’Italia, defraudare le classi più deboli, i
pensionati, i malati, rubare il futuro ai giovani, negare il diritto all’istruzione,
massacrare la cultura, mettersi sotto i piedi la legalità e gli stessi principi
democratici sui quali la nostra Nazione si fonda.
Deve
crederci molto chi ancora rinnova la tessera, chi non l’ha ancora stracciata
sopraffatto dal disgusto. Deve davvero sperare che cambiare dall’interno quello
che è diventato il partito più sporco del panorama politico italiano sia
possibile, una speranza che somiglia sempre più a un’utopia, quella stessa
utopia marxista dalla quale il PD dovrebbe derivare, che sembrava a volte
realizzabile ma che non si è realizzata mai, proprio in quanto utopia. È utopia,
ormai, pensare che il PD possa tornare il partito dei lavoratori, dei
pensionati, delle classi più deboli.
Eppure
mantengono la tessera. E votano. Votano questo manipolo di scellerati, di
personaggi equivoci e untuosi, un accozzaglia di affaristi, opportunisti,
arrampicatori miscelata con un grosso numero di perfetti imbecilli. C’è anche
gente onesta nel PD, ne sono convinto. Ne conosco alcuni e sono pronto a
garantire sulla loro morale immacolata. Ma non riesco a capire come facciano a
non strappare la tessera, a ribellarsi, a cercare un’altra soluzione, un’altra
rappresentatività dei propri ideali. Deve essere un macigno, quella tessera in
tasca, per loro. Eppure non riescono a buttarla via. E questo sta facendo tanto
male all’Italia.
Luca
Craia
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