Viviamo
tempi bui. Mai stato così buio in Italia. Accadono cose che danno il netto
sentore di un destino che pare segnato, ineluttabile, di una strada imboccata
senza possibilità di inversione, una strada che porta al precipizio. L’Italia
crolla. Crolla sotto i colpi del terremoto, crolla sotto il peso di un
autotreno. L’Italia crolla sotto i piedi dei nostri governanti incapaci, dei
nostri burocrati idioti. L’Italia crolla sotto il peso della nostra ignavia,
della nostra accidia, della nostra disonestà.
È il cemento
disonesto e truffaldino, è una cultura generale disonesta e truffaldina che sta
uccidendo il nostro Paese. Un cavalcavia che casca in testa a un poveretto che
ci stava passando sotto non può esistere in un Paese in cui un tronfio
governante proclama intenti di ponti megalitici, che sfidano logica e leggi
della fisica. Una chiesa preziosa e piena di opere d’arte non può sbriciolarsi
in un Paese che potrebbe e dovrebbe campare di arte e cultura, di turismo e
accoglienza e invece lascia bruciare il suo petrolio, anzi, gli dà fuoco.
Assisto
attonito al gran vociare virtuale su temi opportunamente costruiti al quale
segue il silenzio più assordante nella vita reale. Siamo un popolo di
rivoluzionari sul web che non spostano in culo dal divano. Stanno massacrando
il nostro Paese, lo stanno regalando alle grandi potenze economiche incuranti
dei morti che si lasciano dietro e noi non muoviamo un dito. Dovremmo essere in
piazza, in tutte le piazze, a pretendere rispetto per la Nazione e per i suoi
Cittadini ma non andiamo nemmeno a votare. C’è un referendum che potrebbe
segnare le sorti del Paese per un lungo futuro e c’è che nemmeno si informa,
nemmeno sa dic he si tratta o come funziona il voto. C’è gente che dichiara
serenamente che non capisce e non vuole capire.
Intanto
crollano i cavalcavia e ci cascano in testa. E la colpa non è di Renzi. La
colpa è nostra.
Luca
Craia
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