Non fosse
tragica farebbe ridere, la faccenda dell’elezione del Consiglio Provinciale
finto. È finto perché se la suonano e se la cantano da soli, ciononostante
hanno la faccia di parlare di legami col territorio, di rappresentatività. Non
ne eleggiamo uno, noi cittadini, di questi consiglieri. Non ne abbiamo la
possibilità. È vero, li abbiamo eletti in Comune, ma non abbiamo la libertà di
cambiare, di alternare, di fare scelte diverse per il Comune e per la
Provincia. Le scelte, per noi, le fanno i partiti che inciuciano finalmente
alla luce del sole, con una sfacciataggine disarmante.
Centocinquantasei
firme per appoggiare la candidatura del Presidente proposto dal Partito
(Sedicente) Democratico del Fermano. Non è una cifra che fa ridere? Nel Fermano siamo un po’
di più di centocinquantasei, ma stiamo tutti zitti perché non abbiamo diritto né
a presentare liste, né a scegliere i candidati, né tantomeno a votarli. Questa
è la democrazia oggi.
E questa è
la stessa democrazia che propone Renzi con la sua riforma, al Senato funzionerà
esattamente così se vincesse il sì al referendum. E quasi me lo augurerei, così
almeno le province ce le togliamo di mezzo una volta per tutte, l’unica cosa
buona, forse, di questa riforma delinquenziale. Fossi un Consigliere Comunale mi
rifiuterei di votare. Fossi un candidato mi vergognerei. Ma la vergogna, oggi,
non esiste più.
Luca
Craia
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