È
bruttissimo
il termine “cratere” usato per definire l’area più colpita da un sisma. Non lo
conoscevo in questo uso e non so se sia un’invenzione del nuovo Vasco Nazionale
o se sia un termine tecnico consolidato. Poco importa. È più importante,
piuttosto, capire su quali basi si stabilisca quali centri rientrino nel
cosiddetto cratere e quali no. Perché qui non è affatto chiaro: o ci entrano
solo i paesi che sono stati realmente devastati oppure ci entrano tutti quelli
che hanno avuto danni chiaramente imputabili al sisma. Invece, a quanto si
capisce, pare che, ancora una volta, si facciano figli e figliastri.
Andando,
però, nello specifico locale, non riesco a comprendere l’atteggiamento dell’Amministrazione
Comunale di Montegranaro. Fin dalla prima scossa, i nostri amministratori si
sono sempre prodigati per far apparire come minimale ogni piccolo danno: le
scuole non hanno avuto grossi danni (ma le chiudiamo per precauzione), il Municipio
gode di ottima salute (lo chiudiamo solo perché la volta rischia di cascare in
testa al Sindaco), Palazzo Francescani è inagibile un giorno sì e uno no, con l’ufficio
tecnico comunale tranquillamente al lavoro su un piano del palazzo al di sotto
del quale (esattamente al di sotto) c’è un’ala tutta spaccata ma i danni “non
destano per ora preoccupazioni” (Corriere Adriatico).
Uno che osserva
da fuori direbbe che a Montegranaro va tutto bene, che il terremoto ci ha
scossi ma che ce la siamo cavata alla grande. E invece no. Il Sindaco va dal
Presidente Ceriscioli a lamentarsi del fatto che Montegranaro è fuori dal
cratere. Quindi questi danni ci sono o non ci sono? Sarà ora di decidersi?
Luca
Craia
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