Radio
Veregra era nata per la passione per la musica di un gruppo di persone, per la
loro voglia di comunicare e, nello stesso tempo, di divertirsi. Ma era anche
nata per fare un servizio al paese di Montegranaro, e i ragazzi che si davano
da fare per mantenerla in piedi, tra le mille difficoltà economiche che ci sono
sempre state, oltre a divertirsi si impegnavano in funzioni di utilità
pubblica. Ogni tanto toccava sacrificare una domenica per mandare in onda la
partita di calcio o quella di basket, ogni tanto toccava sacrificare il proprio
tempo per fare da regia a programmi di pubblica utilità oppure coprire turni
altrui mettendo musica che si sarebbe preferito prendersi a martellate le dita
piuttosto che girarla sul piatto. Sacrificare il giorno di festa non piaceva a
nessuno ma c’era un’occasione in cui eravamo tutti contenti di andare in radio
anche se era festa: a Natale.
A Natale
Radio Veregra faceva il tombolone: un programma in diretta che partiva la
mattina alle 7 e terminava ben oltre la mezzanotte, con migliaia di telefonate
di ascoltatori che, col pretesto di giocare a tombola con noi, facevano gli
auguri in diretta ad amici e parenti. Il gioco era semplicissimo: c’era un
tabellone con diverse caselle (il numero di caselle variava anche in base a
quanti premi riuscivamo a racimolare), e ogni ascoltatore che telefonava aveva
diritto a dire un numero. Se a quel numero corrispondeva una casella che contesse
un premio, l’ascoltatore lo aveva vinto.
Il tombolone
andava preparato, si cominciava a lavorarci settimane prima di Natale.
Bisognava trovare i premi, così squadroni di speaker radiofonici battevano le
attività commerciali di Montegranaro e zone limitrofe per farsi dare i premi,
che potevano essere un panettone, una bottiglia di vino, un gioco, un quaderno,
una penna. Qualsiasi cosa andava bene, i premi non dovevano essere di valore.
La gente partecipava per giocare, non tanto per vincere, tanto che capitava
spesso che qualche vincitore non venisse a ritirare il proprio premio. Poi
bisognava preparare il cartellone, uno o più fogli di cartoncino giuntati, e
disegnarlo inserendoci i premi a caso.
Si faceva
una riunione per fare i turni: ogni speaker si prendeva almeno un’ora di
trasmissione in modo di coprire l’intera giornata. La riunione, in realtà, era
quasi inutile perché il tombolone era diventato una tradizione e ogni ragazzo
della radio aveva il suo orario da anni. Io trasmettevo sempre le ultime due
ore, dalle 22 a mezzanotte e oltre, insieme a Giovanni Leonardi, ma c’era chi
preferiva il mattino presto o il pomeriggio dopo il pranzo luculliano di
Natale.
La Radio
diventava un luogo di festa, a Natale. C’era un via vai di gente incredibile,
tutti gli speaker e i volontari che passavano anche fuori dai loro turni per
farsi gli auguri e una chiacchierata, molti ascoltatori che venivano a trovarci
e ci portavano dolci e bevande. Era un’occasione di incontro piacevolissima e
si stava insieme divertendosi. E se durante l’anno c’era stato qualche
dissapore, come è naturale che capiti quando tante persone lavorano insieme e
senza compenso alcuno, a Natale veniva superato. Erano altri tempi, forse, ma
Radio Veregra era un’istituzione a Montegranaro, e il giorni di festa era un
luogo dove si faceva comunità.
Luca Craia
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