Non ho dubbi
sulla bontà dell’intento della Giunta Calcinaro nell’installazione dei varchi
elettronici alle porte della città di Fermo. Il loro utilizzo sarà sicuramente
utile per la lotta alla criminalità, così come sono potenzialmente utili le
tante telecamere di videosorveglianza che vengono piazzate un po’ ovunque e
che, se realmente funzionanti e non solo come deterrente spento, possono
sostenere indagini e limitare le azioni delinquenziali. Anche i vari autovelox,
tutor e marchingegni del genere, pur se utilizzati troppo spesso a scopo vessatorio,
possono essere di grande aiuto per tutelare l’ordine pubblico e il rispetto
delle regole.
Purtroppo,
però, sono strumenti il cui utilizzo non è unico e, francamente, temo che, in
mano ad amministrazioni meno in buona fede delle attuali, posta per accettata
quella delle attuali, possano diventare un mezzo di controllo e repressione
formidabile. In realtà si sta creando, più o meno inconsapevolmente (almeno
spero) una rete di strumenti di controllo che, se opportunamente organizzata,
potrebbe costituire una forma di controllo sulla libertà individuale
pericolosissima.
È ovvio che
la garanzia della sicurezza è basilare, specie in una società dove questa
sicurezza è percepita come in diminuzione drastica. Rimane però importante
garantire la libertà dell’individuo e scongiurare qualsiasi pericolo questa
possa correre. Questi strumenti, purtroppo, pur essendo valido mezzo di
prevenzione e lotta contro la criminalità, costituiscono un serio pericolo,
almeno potenzialmente, per la libertà dei cittadini. Per questo ci andrei molto
cauto, per non pentirsi in futuro.
Luca
Craia
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