Rigurgito di orgoglio sindacale di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil che
improvvisamente si ricorda che, oltre a tutelare gli interessi delle
associazioni, corporazioni, cooperative che si occupano di immigrati lucrandoci
sopra, oltre a sostenere neanche tanto velatamente i tentativi dei vai governi
nazionali di smantellare quel poco che resta dello stato sociale, oltre ad
avallare leggi che hanno nel tempo favorito il lavoro nero e massacrato i
diritti dei lavoratori (voucher, contratti a progetto, finte partite Iva ecc…),
hanno anche degli iscritti con dei diritti sindacali.
Così, in un
momento in cui, forse, era più opportuno tenere le bocce ferme vista l’infelicissima
fase congiunturale del settore calzatura, eccoli qual che si ricordano dello sciopero e ne indicono
uno in concomitanza di Pitti Uomo. È vero che i contratti sono scaduti dal
circa dieci mesi, ma è anche vero che quei contratti sono stati siglati dagli
stessi sindacati calpestando in moltissimi casi i sacrosanti diritti dei
lavoratori, creando i presupposti di cui sopra, con assunzioni a tempo,
trucchetti legalizzati e quant’altro, strumenti che poco vantaggio hanno
portato agli imprenditori mentre ai lavoratori hanno tolto una larga fetta dei
diritti acquisiti negli anni con lotte sindacali vere, fatte con le barricate e
non con i briefing tra sindacati e Confindustria.
In verità ci
provano ogni tanto, i Sindacati, a dare l’impressione di essere ancora,
appunto, sindacati. Ogni anno infatti, in questo periodo, indicono qualche tipo
di manifestazione. Per fortuna i lavoratori sono molto più intelligenti di
quello che i sindacalisti pensano e puntualmente se ne stracicciano, capendo
meglio di chi dovrebbe tutelarli che, in questo momento, è meglio fare gli
interessi dell’azienda piuttosto che quelli del sindacato.
Luca Craia
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