Le foto, una
volta pubblicate su una pagina pubblica di Facebook, diventano pubbliche e
ognuno le può usare come crede, con buona pace dell’autore. Certo, se le firmi,
la firma dovrebbe restare, ma siccome in genere me ne dimentico, sono abituato
a vedere le mie foto che circolano a destra e a manca e, visto che sono
consapevole del fatto che non siano affatto delle opere d’arte, sostanzialmente
me ne frego e qualche volta me ne compiaccio pure.
Quando però
finiscono su un giornale, dove sulla pagina c’è tanto di divieto di
riproduzione, senza che nessuno, se non altro per rispetto e cortesia, te lo
chieda, e a mettercele c’è uno che il giorno prima si è posto il quesito circa
il mio stato generale di salute, chiedendo a se stesso e ai suoi amici, tra i
quali un simpaticissimo amministratore locale, come sto messo, un po’ la cosa
mi fa agitare. Perché mi fa capire che sto messo davvero male, se faccio
campare sulle mie spalle certa gente. Perché di questo si tratta: fare mambassa
tutti i santi giorni su un blog e poi prendere pure per i fondelli l’autore
significa solo che l’autore è un gran minchione. Devo rivedere le mie
metodiche.
Luca
Craia
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