Ci parlano
di diminuzione dei reati, di misure di prevenzione efficaci, di sicurezza che
cresce. Ma non è questo quello che vediamo, che percepiamo, che viviamo
direttamente. Le nostre città, i nostri paesi, dove fino a poco tempo fa si
lasciavano le chiavi sulla porta e le macchine aperte col portafoglio sul
cruscotto, oggi sono diventate luoghi insicuri, persino stare in casa non è più
tranquillizzante. Ci dicono che è una percezione, ma non è come il caldo d’estate
e la differenza tra temperatura reale e percepita: qui la sicurezza manca ed è
realtà.
Rapine,
sparatorie, furti in casa e d’auto, taglieggiamenti, bullismo. La gente è
inquieta, non è più tranquilla. E questo si ripercuote nel vivere quotidiano,
nei nostri rapporti interpersonali, nella diffidenza che si fa sempre più
marcata nei confronti degli stranieri, troppo spesso autori di gesti criminali.
E la richiesta di sicurezza non viene ascoltata. I criminali vengono catturati
dalle nostre forze dell’ordine ma tornano velocemente in libertà, a delinquere.
E i rimedi sfiorano il ridicolo, come le telecamere che puoi guardare solo a
crimine commesso.
Che questi
rimedi siano inefficaci lo dicono i fatti, lo dice la curva del senso di
insicurezza dei cittadini, una curva che cresce sempre di più e a ragione. E
finchè chi ha responsabilità si trincererà dietro ad alibi fittizi e, per di
più, costosi, la situazione è destinata solo a peggiorare.
Luca
Craia
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