Risuona
assordante l’eco dell’ultimo chiacchiericcio sterile di un rappresentante dello
Stato, del più importante rappresentante dello Stato, il suo capo, il
Presidente della Repubblica, il primo degli Italiani che oggi era a Camerino a
prendersi la sua dose di inquadrature e applausi artefatt i, senza dialogo,
senza incontrare la gente e la sua rappresentanza. La sentite, l’eco? Rimbalza
da una parete all’altra delle gole della Valnerina, è talmente forte da coprire
il rumore dell’acqua che scorre sull’asfalto al posto delle macchine.
Fa rumore,
la voce di Mattarella, e si unisce alle tante promesse vane che continuano a
rincorrersi tra gli speroni di roccia, bagnando le parole dell’acqua gelida del
Nera per poi risollevarsi e volare da Ancona a Roma, sopra le nostre teste. E
bisogna prestarci attenzione, a questa eco, a queste voci vergognose, perché non
ce le vogliono far sentire. Ci vogliono solo far vedere uno Stato che finta di
esserci ma è altrove, che viene sulle nostre montagne e si porta le telecamere
ma non parla coi nostri Sindaci, non parla con chi sta vivendo un dramma
immenso, incommensurabile.
Rotolano
lungo le montagne ai lati della strada che da Visso va a Terni, che portava il
sangue a questa terra, il nutrimento, che la faceva respirare. Rotolano le
promesse, le bugie, la necessità di effettuare “studi seri prima di poter
mettere mano alla strada e riaprirla”, studi che non sono neanche partiti. Ed è
l che vedi quanta organizzazione c’è, quanto reale interesse c’è a risolvere il
problema. Perché, caro Presidente della Repubblica che parli da solo, caro
Presidente della Regione che stai ad Ancona, caro assessore alla Protezione Civile
che sei venuto tante volte ma non hai fatto nulla di concreto, se non si riapre
la Valnerina, è inutile anche ragionare sulla ricostruzione. Se non c’è collegamento,
transito, per una terra che campa di collegamenti e transito, diventa tutto un
esercizio retorico.
E allora
fermiamoci e ascoltiamo l’eco delle gole della Valnerina. Fateci attenzione, si
distingue bene quello che dice. E dice: “bugie, bugie, bugie…”
Luca
Craia
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