Non è
pensabile la rinascita di Visso, Ussita, Castelsantangelo dei piccoli borghi
della zona prescindendo dal ripristino del collegamento con Terni. La Statale
della Valnerina chiusa preclude ogni speranza di rinascita, primo perché taglia
i collegamenti diretti tra alcune frazioni e il comune capoluogo, Visso;
secondo perché di fatto isola la zona sul lato ovest, danneggiando fortemente l’economia
turistica e produttiva.
La strada,
lo sappiamo, è stata inghiottita dal Nera a seguito di un grosso fronte di
frana che è precipitato nell’alveo del fiume, causandone l’esondazione sulla
strada. È vero che l’intervento per ripristinare la strada è complesso e non di
facile realizzazione ed è anche vero quello che sento dire da tempo da diversi
esponenti politici, ossia che serve un progetto di lungo periodo, perché la
strada non può essere ricostruita col rischio che una nuova scossa o una nuova
frana ci riporti punto a capo. Quindi è giusto che vengano effettuati tutti gli
studi necessari. Ma quando si comincia? Non mi risultano atti pubblici in
questa direzione, non mi pare di aver letto di incarichi assegnati per studi
geologici o di fattibilità. Insomma, la sensazione è che, a parte le solite
chiacchiere, per la Valnerina ancora non si è fatto nulla.
Del resto
quel tratto di strada non ha alternative. Non è pensabile spostarla perché non
c’è lo spazio. Siamo nella parte più stretta della valle e il percorso non può
essere che quello. Occorre quindi approntare quanto prima il progetto e
attuarlo con la massima urgenza. In sostanza, smettere di parlare e finalmente
agire.
Luca
Craia
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