domenica 22 gennaio 2017

Viva l'Italia, quella che vince su tutto.



Faccio fatica, da Marchigiano verace, a ragionare per regioni, specie in questo periodo così brutto in cui le brutte notizie turbinano e non lasciano tregua a chi ama questa terra così bella e così martoriata. Per me il centro Italia è casa mia, non ho confini, è tutto un luogo, una terra, una patria. Sarà perché, per lavoro, mi sono dovuto passare palmo palmo dalla Toscana all’Umbria, dalle Marche al Molise. Sarà perché, per passione, come posso mi muovo tra queste terre ondulate alla ricerca della bellezza autentica, della nostra storia, delle nostre radici. Per questo oggi soffro indifferentemente per le mie Visso, Ussita, Castelsantangelo, dove ho passato le belle estati dell’infanzia coi mie compianti genitori e le giornate liete con la mia famiglia di oggi, per l’Umbria amata e splendida, per il Lazio della Salaria, terra di ricerca di bellezze, per l’Abruzzo-casa mia per tanti anni di condivisione e amore con la terra e gli uomini.
Non voglio, per una volta, polemizzare per questa assurda situazione da terzo-quarto-quinto mondo (anche se l’ho appena fatto). Voglio solo abbracciare, per quello che conta, i fratelli che soffrono e che considero fratelli davvero, non per una costruzione demagogica. Visso è davvero casa mia e vedere la piazza deserta e sbriciolata mi fa sanguinare gli occhi. Norcia è la mi meta muccicafreddo adorata, piena di ricordi, odori e sapori. Amatrice è una serie di fotografie di una famiglia ancora giovane che percorreva quelle strette vie sulla strada del ritorno a casa. L’Abruzzo intero è casa, gli Abruzzesi sono miei fratelli, ci ho lavorato e percorso quelle irte strade piene di sorprese e meraviglie, piene di profumi e colori, piene di ghiaccio e calore.
Della rabbia che provo per questa rovina che vedo ho già parlato e ne parlerò. Stasera voglio solo dare un abbraccio al cuore dell’Italia, questo cuore ferito e sofferente, la patria e la culla di ogni civiltà moderna, il luogo più prezioso al mondo. Questa terra ne ha passate tante, ha visto nascere e morire Roma, ha subito i barbari, ha vissuto i fasti del medioevo più di ogni altra terra, ha patito guerre e carestie. Non morirà certo per un terremoto come tanti e un inverno un po’ più rigido. E non perirà nemmeno per l’ignavia, l’incompetenza, la pochezza, la disonestà di chi dovrebbe guidare e tutelare. C'è tanta gente competente, brava, prodiga di sforzi e amore, a partire dai volontari che lavorano incessantemente in lotta con le avversità e la burocrazia. Siamo più forti noi. Forza!
                                      
Luca Craia

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