Io credo che
la frase riportata dalla stampa e attribuita a Fabrizio Curcio, capo
Dipartimento della Protezione, circa le casette post terremoto sia a dir poco
allucinante. Dichiarare candidamente che a febbraio inoltrato ancora non si
conosce il numero esatto delle casette che sono necessarie, a giustificazione
del ritardo madornale col quale si consegneranno, è una cosa che non si può
tollerare.
“Le casette
non piovono dal cielo” dice Curcio “e non è facile stabilire quante ne servano
dopo tre terremoti”. Quanto ci metterà,
il capo della Protezione Civile, a capire, a computare, a contare uno a uno
quelli che necessitano di una casetta? Sono passati tre mesi abbondanti dall’ultima
scossa importante e ancora non sappiamo il fabbisogno. A questo punto anche lo
slittamento vergognoso dei moduli abitativi previsto ora per il prossimo
settembre, a quasi un anno dal sisma, sembra ottimistico. E intanto?
Intanto
arriva l’estate, e i terremotati ospiti sulla costa non sanno che fine faranno.
Le strutture dovrebbero tornare a disposizione del turismo, altrimenti
aggiungeremo danni ai danni, creando un vuoto nelle strutture ricettive a causa
della mancata disponibilità delle stesse, cosa che avrebbe conseguenze nefaste
per il comparto turistico della zona. E
non ce lo possiamo permettere.
Luca
Craia
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