Un ladro non è un bravo ragazzo. Uno che vive nell’illegalità, con
almeno tre nomi falsi, non è un bravo ragazzo. Non è un “bravo ragazzo” uno che
scappa con un’auto rubata e cerca di travolgere dei Carabinieri.
Questa,
signori miei, è l’Italia. Questo è il Paese in cui, a fronte di una naturale
mobilitazione popolare a sostegno di un tutore dell’ordine che, nell’adempimento
del proprio dovere, spara a un delinquente, ora parte la solita campagna
radical come una sorta di beatificazione del criminale ferito e forse ucciso. È un
concetto pregiudiziale, minoritario nella società italiana ma forte perché presente
in massa sui media, ed è pericoloso perché, ancora una volta, per una questione
ideologica, apre la consueta diatriba tra tifoserie, tra buoni e cattivi, tra
progressisti e retrogradi.
Il punto è
che far passare il delinquente per vittima non giova a nessuno. Non giova al
criminale che, comunque, la sua pallottola in testa ce l’ha già. Non giova al
Carabiniere che, oltre ai guai che già deve passare per un ordinamento assurdo,
ora vede montare contro di sè una subodola campagna denigratoria che vuole
trasformarlo in assassino. Non giova al Paese che, così facendo, non troverà
mai il coraggio di adottare leggi più idonee a combattere la criminalità.
Credo che
vada chiarito una volta per tutte che, pur essendo la morte di un uomo sempre
cosa deprecabile, in questo caso a morire è il cattivo, quello che, fossero
andate diversamente le cose, avrebbe ucciso il carabiniere e magari qualche suo
collega. Un ladro non è un bravo ragazzo. Uno che vive nell’illegalità, con
almeno tre nomi falsi, non è un bravo ragazzo. Non è un “bravo ragazzo” uno che
scappa con un’auto rubata e cerca di travolgere dei Carabinieri. Non lo è e non
potrà mai esserlo.
E se la
fidanzata in lacrime e il padre affranto possono essere un’immagine triste e
smuovere commozione e solidarietà umana, ciò non sposta di un millimetro il
fatto che a sparare sia stato quello dalla parte del bene e a prendersi una
pallottola c’è il cattivo. Certo, meglio sarebbe stato se non fosse morto
nessuno ma, se per evitare che un uomo, che per missione ha quella di
proteggere i cittadini, debba morire per mano di un delinquente, quest’ultimo
debba prendersi un colpo di pistola, io non vedo alcun eccesso.
Penso invece
che chi monta campagne in senso contrario un esamino di coscienza dovrebbe
farselo. Perché far diventare il carabiniere una specie di carnefice è un’operazione
vergognosa. È vergognosa nei confronti del carabiniere stesso ma è vergognosa
nei confronti dell’Italia tutta che ha bisogno di leggi migliori, di un
ordinamento che tuteli maggiormente le persone oneste piuttosto che chi
delinque. Questo non vuol dire che si debba dare licenza di uccidere alle forze
dell’ordine. Ma certamente ora siamo sull’eccesso contrario.
Luca
Craia
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