A farmi
riflettere non è stato solo il caso del sedicenne suicida perché trovato in possesso
di marjuana: è solo un ulteriore particolare di un quadro che si sta delineando
e che a me pare molto preoccupante. C’è un’intera generazione a rischio, una
generazione che sta crescendo nel falso mito della totale libertà di farsi
male, nel distacco dalla realtà reale, nella necessità di fuggire
artificialmente, nella difficoltà di relazionarsi senza l’aiuto di sostanze. I
nostri giovani vivono sostanzialmente soli, parlano tra loro senza vedersi, sentirsi,
percepire la presenza fisica dell’altro. È un modo di interfacciarsi con i
propri simili distorto e porta alla distorsione totale delle relazioni sociali
che diventano difficili, complesse. I ragazzi sono impreparati all’incontro con
gli altri e, quando questo deve necessariamente avvenire, sentono il bisogno di
superare le proprie barriere attraverso l’uso di artifici chimici.E nessuno inculca loro il concetto che questo è sbagliato.
Credo che non
si sia mai vista, in passato, una tale diffusione di sostanze psicotrope tra i
giovani. Ricordo la mia generazione, che è stata tra le prime a conoscere l’uso
massiccio di droghe, e non trovo parallelismi convincenti con quella di oggi. In
passato chi si “sballava” veniva automaticamente emarginato. Questo era un
male, ma serviva anche da deterrente e impediva a molti di cedere alla
tentazione. Oggi sballarsi è la norma, è accettato dal comune sentire, persino
le famiglie tollerano. È il concetto, che sento troppo spesso, che vorrebbe l’uso
di sostanze stupefacenti minori, come la cannabis, per esempio, o l’alcool,
come innocuo. Ma innocuo non è e ne parlano le cronache. Ma la cultura di
questo tempo tollera, anzi, a volte impone l’uso di droghe.
I giovani non
sono più capaci di divertirsi senza modificare artificialmente il loro stato d’animo.
Le droghe sono facilissime da reperire, il loro costo è sostanzialmente
contenuto, il loro effetto visibile sul fisico non è più devastante come poteva essere
quello dell’eroina di una volta. Esistono locali dove si trovano sostanze con
estrema facilità, ma esistono anche locali nati appositamente per andare a bere
e ubriacarsi.
È molto
preoccupante non solo per gli effetti immediati sui nostri ragazzi, per l’impatto
sulla loro salute fisica e mentale. C’è un risvolto da non sottovalutare e
risiede nella grande diffusione di questo comportamento, che investe molta
parte di un’intera generazione. Il punto è che questa generazione sarà quella
che ci sostituirà, che prenderà le redini del mondo. Stiamo preparando la nuova
civiltà, quella che, in un futuro prossimo, prenderà il nostro posto nelle
attività economiche, nei servizi, nel governo. E, dai segnali che vedo, abbiamo
davvero molto da preoccuparci.
La responsabilità è nostra, della mia
generazione e di quelle successive, di coloro che hanno figli e li hanno
educati e li educano con questi paradigmi errati. E se già il decadimento è
visibile nella nostra, di generazione, il cui confronto con le precedenti è
impari e disarmante, non riesco a immaginare un futuro positivo quando al
nostro posto ci sarà la generazione dello sballo.
Luca Craia
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