Quando
finisce una leadership è quasi sempre il caos, sia che muoia il leader sia che
perda carisma, quel potere insito negli alfa degli alfa di attrarre a sé. È capitato
con i grandi imperatori della storia, è
capitato coi grandi leader politici, persino nello sport e nella musica. E sta
capitando nella coalizione berlusconiana, Forza Italia, dove si assiste al
tramonto del capo carismatico nello sgretolarsi dalla base di uno dei più grandi
movimenti politici della storia italiana, nel bene e nel male.
Questa
confusione politica del partito di Berlusconi si ripercuote anche a livello
locale e lo vediamo nella piccola realtà Montegranarese. Forza Italia o,
meglio, il PDL, era la casa della destra nostrana, escluso Ubaldi che decise di
non seguire Fini nel confluire nella vecchia Forza Italia. Al PDL facevano
riferimento i vari Gismondi e Lucentini, e c’era un nutrito circolo locale che
raccoglieva politici e nomi di spicco della società civile. Nel tempo si è
sbriciolato tutto, con Gismondi che si candidava con Spacca alle elezioni
regionali e Lucentini che passava alla Lega di Salvini, pur rimanendo saldamente uniti a livello locale in forma civica.
Pareva che
Forza Italia, a Montegranaro, non esistesse più ma ecco rispuntare questo nome
dai notiziari in maniera inaspettata, con una notizia fornitaci da Cronache
Fermane che parla di RSA e posti letto ma della quale non tratto in questo
pezzo. Quello che mi interessa è, invece, la notizia nella notizia, ossia il
fatto che Forza Italia, a Montegranaro è viva e vegeta, almeno sulla carta.
Infatti pare che Il Consigliere Regionale forzista, Jessica Marcozzi, abbia
presentato un’interrogazione al Consiglio Regionale dietro interessamento e
suggerimento del Coordinatore Comunale di Forza Italia per Montegranaro Demis
Ranalli. E questa è una novità perché è la prima volta, in tempi recenti e dopo
la diaspora, che si parla ufficialmente di un coordinamento forzista a
Montegranaro.
Ranalli è un
nome noto. Già assessore con Gismondi, fu tra i “congiurati” che ne fecero
cadere la maggioranza, insieme a Gianni Basso, col quale si ricandidò alle
successive comunali senza successo. Scomparso per un po’ dalle scene cittadine,
riappare durante la campagna per il referendum costituzionale come uno dei
referenti di un comitato per il No mai esistito se non nella fantasia di
qualcuno e su qualche giornale. Ora rieccolo, stavolta con incarico di
responsabilità, a muovere iniziative per la nostra sanità.
Ora, essendo
ormai nella fase discendente della parabola della consiliatura Mancini e, quindi, avviandoci a
grandi passi verso la fase pre-elettorale montegranarese, c’è da chiedersi che
ruolo giocherà questa Forza Italia nostrana nel Risiko delle elezioni comunali.
Perché questa, cari amici, è una bella incognita, e l’apparire di nuovo di
Ranalli e di Forza Italia proprio nel momento in cui si comincia a pensare di
nuovo a strategie elettorali, alleanze e candidature, pare quanto meno ben
studiato.
Dove si
collocherà Ranalli e i suoi, sempre ammesso che ne abbia, di suoi, nel panorama
che si sta defilando, ossia di una corsa a tre? Si alleerà con l’attuale
minoranza che sembra avviata verso un patto elettorale congiunto escludendo,
naturalmente, i 5 Stelle? Oppure creerà l’ennesima lista civetta per togliere
voti a destra e regalare di nuovo la vittoria alla sinistra come nelle scorse elezioni? Difficile
da dirsi, ma tutto appare come una mossa politica intelligente, che porta forse
la firma di uno degli uomini politici più scaltri che abbiano mai posato le
terga sulle poltrone del nostro Consiglio Comunale: Gianni Basso. O forse no,
forse è Remigio Ceroni, deus ex machina forzista nelle Marche e non solo, che
cerca di infilare uno zampino in terra di calzolai. O forse, ancora, è una
machiavellica trovata del PD regionale (quello locale non può essere machiavello in alcun modo per evidenti limiti di capacità politiche) che, anche a livello nazionale, ultimamente sembra
flirtare parecchio con, appunto, Forza Italia. Chissà. Come diceva Mogol, lo
scopriremo solo vivendo. Ma l’incognita Forza Italia porta una variabile
interessante sul piatto delle prossime elezioni. Rimanete sintonizzati.
Luca
Craia
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