Archiviamo
anche il carnevale scolastico di quest’anno, un carnevale caratterizzato anch’esso
da una delle tante polemiche che Montegranaro vive ormai quasi quotidianamente,
questa volta dovuta alla decisione del corpo insegnante del plesso di Santa
Maria di vietare ai bambini di presentarsi a scuola mascherati. Da qui è
partita una forte indignazione da parte dei genitori che, lancia in resta, si
sono recati dalle maestre a protestare, vincendo la loro battaglia. Infatti,
seppur col compromesso di evitare i costumi più ingombranti, alla fine si è
consentito ai piccoli alunni di festeggiare il carnevale a scuola.
Fin qui
tutto normale. Un genitore credo possa anche aspettarsi una zona ludica nell’educazione
del proprio figlio e il carnevale a scuola è sempre stato, tradizionalmente, un
momento di svago educativo. Quindi l’azione dei genitori è stata legittima,
tanto che anche le insegnanti lo hanno dovuto riconoscere.
Quello che,
però, lascia a dir poco perplessi è che la motivazione per la quale il divieto
di mascherarsi era stato posto sembra essere sfuggita ai genitori. E non è una
motivazione da prendere alla leggera. Il motivo per cui le insegnanti avevano
chiesto di non recarsi a scuola mascherati era legato alla vulnerabilità
sismica dell’edificio, considerata da tutti, compreso il Comune di
Montegranaro, troppo bassa. Non abbastanza per evitare ogni rischio ai bambini
portandoli in uno stabile più sicuro ma abbastanza da vietare loro di
festeggiare il carnevale perché, in caso di terremoto, le maschere avrebbero
reso l’eventuale fuga lenta e pericolosamente impacciata.
La
preoccupazione degli insegnanti è condivisibilissima e, nello stesso tempo,
estremamente allarmante. Significa che la scuola non è sicura. Significa che i
ragazzi sono sottoposti a rischi gravi non solo a carnevale ma anche in ogni
giorno scolastico. E qui sorge la domanda: come mai i genitori hanno dato
battaglia per far mascherare i bambini ma tacciono sul rischio sismico? Come
mai si è gridato allo scandalo per la festa mancata ma nessuno muove un dito
per chiedere al Comune un intervento più incisivo per mettere al sicuro i
propri figli? A me il ragionamento sfugge, evitando di fare considerazioni
sulle priorità che una figura genitoriale dovrebbe avere.
Luca
Craia
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