Il comportamento
della Regione Marche nei confronti delle persone colpite dal terremoto è
allucinante. Lo è sempre stato, fin dall’inizio dell’emergenza, ma ora assume
contorni quasi disumani, trattando uomini e donne, bambini e anziani, come
fossero merce da stivare in qualche magazzino. Sono nel panico, e giustamente,
gli ospiti dei residence della costa anche perché sono apparse delle
comunicazioni da parte delle strutture ospitanti che parlano di termini
precisi. Un camping di Porto Sant’Elpidio, ad esempio, comunica con un
volantino che, fino al 20 maggio, ospiterà cinquecento persone per pori ridurre
a duecentocinquanta fino al 30 giugno. E non si sa nulla del dopo.
Giustamente
la gente comincia a interrogarsi sul proprio destino, a chiedersi che fine
debba fare. La posizione degli albergatori è molto scomoda. Se da un lato c’è
la volontà umanitaria di aiutare, dall’altro c’è il problema economico che non
è prescindibile. La Regione non ha ancora pagato nulla e non si sa quando
effettuerà i pagamenti. È in partenza anche la stagione estiva che, nonostante
la pubblicità negativa derivante dal terremoto, si spera possa portare lavoro
per gli operatori. Ma se le strutture sono occupate dai terremotati non c’è
spazio per i turisti. E se economicamente quanto si dovrebbe potenzialmente
incassare dalla Regione sopperirebbe alla mancanza di ospiti stagionali, rimane
il danno sul lungo periodo per l’intero comparto turistico che non può
permettersi di saltare una stagione. Le risposte dalla Regione, però, non ci
sono.
Bisognerebbe
ricordare, nelle lungaggini burocratiche e nelle decisioni politiche a rilento,
che stiamo parlando di persone e non di bestiame. Le persone hanno bisogno di
stabilità, di radici. Queste persone sono già state estirpate dalle loro
comunità, case, luoghi di lavoro e di incontro. Ora non è possibile farle vivere
in questa perpetua precarietà e il non sapere nemmeno dove si sarà tra due o
tre mesi è di una disumanità inconcepibile. Occorre che chi governa le Marche
capisca questo prima ancora di ragionare in termini di leggi, procedure e conti
da far quadrare. Le persone non possono essere spostate come merce o animali.
Questo lo faceva un uomo coi baffi, tanto tempo fa, nella grande Germania
tedesca.
Luca
Craia
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