Per me i
primi raggi di sole, i primi tepori, le prime giornate più lunghe mettono
voglia di muovermi, di andare per abbazie, per “mattoni vecchi”, in cerca di
bellezze nascoste, di tesori del passato incastonati tra le nostre splendide
montagne. Meta prediletta di tante escursione quando non incursioni per l’arte
marchigiana e umbra è sempre stata la Valnerina, gioiello della natura, luogo
accogliente con gente ospitale, meraviglie da scoprire e cibi da godere con
tutti i sensi.
Ho una gran
voglia di Valnerina. E la soddisferò, statene certi. Ma quest’anno sarà
difficile, molto difficile. Prima di tutto la strada è chiusa a Visso, per cui
o si fa il giro dalla parte Umbra o ci si ferma all’inizio del percorso. Una
strada come la Valnerina chiusa è una bestemmia, grida vendetta al cospetto di
Dio e degli uomini, specie dopo tanti mesi, troppi da quando la frana l’ha
bloccata. Non è stato ancora spostato un masso. Non si parla di progetti, di tempi,
di quello che si vuole fare.
Poi ci sono
le tante bellezze inaccessibili: Fematre, Sant’Eutizio e le tante splendide
chiese romaniche della zona hanno subito danni più o meno gravi e, comunque,
non sono agibili. E anche in questo caso non si sa quale futuro ci sia per
questi gioielli. Non si parla di recupero, di restauro. Le opere d’arte della
zona vagano per l’Italia. Addirittura si fa una mostra a Osimo anziché farla in
quest’area, quanto meno per favorirne il turismo, le attività commerciali. Eppure
di strutture adatte, nel Maceratese, ce ne sono in quantità. Però la mostra si
fa nelle Marche del nord. E chissà perché.
Infine ci
sono le macerie, le zone rosse, i paesi ancora inaccessibili dopo quattro mesi.
Nessuno ha tolto un mattone, nessuno ha pensato di rendere agibili i centri
delle cittadine. I ristoranti aperti sono pochissimi, i servizi affidati a
pochi temerari che sono rimasti, arrangiandosi contro tutte le avversità,
comprese quelle burocratiche che forse sono le più nefaste. I centri storici di
Visso, di Ussita, di Castelsantangelo sono off limis, Castelluccio è addirittura irraggiungibile, non si passa. Come le
facciamo ripartire queste realtà?
L’area
montana marchigiana, così come quella umbra, vive di turismo, specie nella
bella stagione. Questa stagione non ci sarà turismo, è inutile farsi delle
speranze. E sembra ci sia una volontà precisa per evitare qualsiasi tentativo
di ripresa. Non si tratta solo di negligenza, di incompetenza, di incapacità.
Qui è evidente che si vuole far morire la zona. E ci stanno riuscendo
benissimo.
Luca
Craia
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