Venerdì 10
marzo è stato approvato dal Consiglio dei Ministri un nuovo decreto che cambia
i criteri di Valutazione di Impatto Ambientale, la cosiddetta VIA che tanti
ostacoli, per fortuna, ha creato ai vari lestofanti che lucrano su centrali a
biomasse, inceneritori e fabbriche di veleni varie. Il nuovo decreto semplifica
molto la vita a chi intende massacrare l’ambiente italiano, e lo fa dando loro
diverse nuove possibilità che, se non lasciano mano libera, poco ci manca.
Per esempio,
e senza scendere nel dettaglio giuridico, che potrete comunque approfondire
facilmente online, ora si potrà agire in sanatoria. Vuol dire che si potrà
aprire un cantiere senza la VIA e, qualora ci sia una decisione del TAR
contraria, si potrà comunque procedere coi lavori su decisione dell’autorità
competente, come lo stesso Ministero dell’Ambiente. Si potranno iniziare lavori
in assenza della valutazione e, anche non si fosse nemmeno presentata domanda,
ci sarà un lasso di tempo che, tra l’altro, non viene nemmeno definito, per
mettersi in regola.
Il
progettista potrà semplicemente presentare uno “studio preliminare ambientale”
sulla base del quale potrà iniziare i lavori. In questa fase viene estromessa
completamente la cittadinanza che non potrà più presentare osservazioni
contrarie all’opera. Lo stesso elaborato necessario per presentare domanda di
VIA sarà estremamente semplificato e chi non conosce il progetto nel dettaglio,
come gli enti locali e gli stessi cittadini, non sarà probabilmente in grado di
valutare la portata del progetto da così scarne notizie.
Insomma, un
via libera agli scempi che arriva nel preciso istante in cui, a causa del
terremoto, una fetta del centro Italia rimane spopolata e priva del controllo
naturale dei cittadini. In questo modo è facile e lecito immaginare un futuro
fosco per le nostre montagne.
Luca
Craia
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