Moreno
Pieroni, assessore al turismo della Regione Marche, prova a far rientrare la
protesta legittima degli sfollati del terremoto che non vogliono essere sballottati
da una struttura all’altra. Lo fa blandendo una sorta di aut aut, o minaccia se
preferite. “Ho ricevuto una lettera da
due strutture di Numana e Sirolo che ora non ospitano sfollati: avevano dato
disponibilità per 600 posti, 250-300 nuclei familiari. Ora ci hanno chiesto di
dare conferma entro il primo aprile dell'arrivo dei terremotati. In caso
contrario apriranno alla clientela della stagione estiva” dice candidamente
l’assessore.
In questo
modo vorrebbe forse intimorire gli sfollati che si stanno organizzando in
comitati. I terremotati ospiti delle strutture ricettive costiere minacciano il
ricorso al precetto per ottenere il diritto a restare dove alloggiano
attualmente. "Ma se poi il precetto
non arriva? E gli altri alberghi ritirano la disponibilità? Dove mettiamo gli
sfollati?" si chiede Pieroni. E non ha nemmeno tutti i torti, anche se
la questione, messa in questi termini, appare più minacciosa che altro.
Il punto,
però, è che non si sarebbe dovuti arrivare a questo. Se la Regione avesse
lavorato a dovere, oggi gli sfollati sarebbero tornati nelle loro città dentro
le tanto sospirate SAE che, invece, se va bene arriveranno a fine estate. E se
qualcuno resterà senza alloggio non sarà certo a causa di una legittima e
doverosa protesta. Sarà solo ed esclusivamente responsabilità dell’assessore
Pieroni e dei suoi colleghi della Giunta Regionale, in testa il Presidente.
Luca
Craia
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