Emilio e
Antonella sono stati uccisi. A ucciderli non è stato il cavalcavia che è caduto
loro addosso mentre tranquillamente percorrevano l’autostrada A14. A ucciderli
sono stati quelli che hanno deciso che sollevare un ponte sulla testa della
gente è routine. Li hanno uccisi quelli che non hanno pensato di chiudere l’autostrada,
perché il rischio che il ponte cascasse addosso a chi passava sotto fosse un
rischio accettabile. Li hanno uccisi quelli che ora puntano il dito contro
quattro operai rumeni, magari sottopagati, o contro una ditta che lavora in
subappalto prendendo i soldi a babbo morto perché loro devono far quadrare i
bilanci, anche a costo di far cascare un ponte in testa alla gente.
Quelli che
li hanno uccisi stanno tranquilli. La giustizia sta già facendo il suo corso. C’è
un’inchiesta che andrà avanti per anni, alla fine della quale non ci sarà alcun
colpevole perché, probabilmente, si è trattato di una tragica fatalità. Una
fatalità di routine, che può capitare. E la gente continuerà a passare sotto i
cavalcavia autostradali e smetterà, anzi, forse ha già smesso, di alzare gli
occhi verso il ponte per timore che gli cada sopra. La gente dimentica in
fretta, specie se i media non parlano più di queste cose e, infatti, non ne
stanno parlando più.
Però passare
in quella strettoia dell’A14, dove una volta c’era un cavalcavia, e pensare che
quel cavalcavia ora non c’è perché è finito addosso ad Antonella ed Emilio, fa
ancora un po’ impressione. È che non è così facile far sparire in quattro e
quattr’otto i monconi del ponte, per fare in modo che la gente, passando, non si
ricordi di questa disgrazia di routine. Ma si può tollerare. L’importante è che
i giornali tacciano, i telegiornali parlino di pallone e sui social ci si
scanni per Paola Perego.
E se un
giorno verrà giù un altro cavalcavia, magari ammazzando qualcun altro, ci
diranno ancora che è stata una disgrazia, che era un’operazione di routine e
che la colpa è dell’operaio che ha sbagliato a mettere un martinetto, o del
martinetto che ha ceduto, o del fato ingrato al quale non possiamo opporci. E
poi ci dimenticheremo di nuovo.
Luca
Craia
Nessun commento:
Posta un commento