lunedì 27 marzo 2017

Dipendenze in aumento, contromisure inesistenti



È allarmante il rapporto dell’Osservatorio Regionale Dipendenze diffuso la scorsa settimana circa la diffusione di comportamenti a rischio dipendenza: i dati parlano di un enorme aumento nell’uso di droghe, alcool e nella ludopatia. Va tenuto ben presente che i dati presentati si riferiscono a casi di persone che sono ricorse  ai Servizi Territoriali per le Dipendenze Patologiche dell’Asur Marche, quindi è lecito pensare che siano solo una parte di quanti abusino di sostanze e gioco.
Le droghe segnano un netto ritorno dell’eroina, non più iniettata come un tempo ma mescolata ad altre sostanze e assunta sotto diverse forme, ma è molto diffuso l’uso di cannabinoidi e cocaina (da 4852 casi nel 2005 a 5420 nel 2015). I casi di alcolismo passano da 1231 del 2005 a 1640 del 2015. La ludopatia, invece, non ha raffronti rilevanti in quanto problematica sociale e sanitaria di recente identificazione.
Sono dati estremamente preoccupanti anche alla luce non solo della scarsa efficienza nel contrastare i fenomeni ma anche perché, in alcuni casi, si evidenzia come essi vengano incoraggiati. In particolare mi riferisco alla ludopatia che, seppure identificata come patologia, viene addirittura sostenuta dallo Stato, da esso promossa e per nulla ostacolata, con larga diffusione di punti gioco e promozione di lotterie istantanee e scommesse di vario tipo.
La Regione Marche demanda ai Comuni gran parte dell’onere di contrastare il fenomeno. In effetti alcune città hanno predisposto regolamenti comunali appositi che impediscono l’installazione di sale slot in vicinanza di luoghi di aggregazione giovanili. Non solo scuole, quindi, ma anche palestre, campi gioco e qualsiasi luogo pubblico identificabile come punto di socializzazione per i giovani. In questo modo, spesso, si riesce ad evitare quasi del tutto l’installazione di questi micidiali apparecchi sul suolo comunale. L’iniziativa, però, risulta sporadica e, quindi, poco efficace. Sono pochissimi i Comuni che l’hanno intrapresa e ancora pochi quelli che fanno rispettare anche soltanto la distanza dalle scuole. Per quanto riguarda la ludopatia negli adulti, invece, nulla si sta facendo mentre si registra una sistematica promozione dei meccanismi di gioco d’azzardo anche sulla stampa normale, con promozioni mascherate da notizie (per esempio i titoloni ogni volta che qualcuno vince al Gratta e Vinci).
Le droghe e l’alcool sono diffusissime tra i giovani e anche qui si registra un nulla di fatto per la prevenzione. La cultura dell’epoca è quella dello sballo, della vita di notte, dell’impossibilità di divertirsi restando sobri. Ecco allora che sorgono locali in cui si va solo per bere e ubriacarsi, in cui si promuove la bevuta a oltranza e in cui, poi, si susseguono episodi e fatti di cronaca. Le droghe oggi sono facilissime da reperire e altrettanto facili da assumere. Non c’è più nemmeno l’onere di farsi un’iniezione. Per questo sono ancopra più pericolose del passato. C’è, infine, da registrare un concetto strisciante che vorrebbe far passare come non pericolose le droghe leggere e i cannabinoidi, cosa non vera sia per quanto riguarda la dipendenza, che se non è fisica è psicologica, sia per l’impatto sociale e la pericolosità di una persona non in possesso delle piene facoltà mentali e fisiche. Ma, secondo una certa parte culturale, farsi una canna è totalmente lecito.
In un panorama di questo tipo è difficile pensare a un’inversione di tendenza nei dati di cui sopra. Temo che la prossima pubblicazione statistica porterà dati ben peggiori, se non si interviene con politiche repressive ed educative efficaci. E la strada non sembra essere quella.
                                      
Luca Craia

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