La notizia
in quanto tale è irrilevante ma dà l’esatta misura di quanto i nostri
governanti non abbiano la minima idea del Paese, dei suoi problemi, delle sue
necessità reali e addirittura della sua conformazione geografica. Durante un
intervento all’inaugurazione dell’anno accademico del Conservatorio “Gioacchino
Rossini” di Pesaro, la ministra per la Pubblica Istruzione, Valeria Fedeli, ha
dichiarato che è importante che i finanziamenti per le celebrazioni rossiniane
del centocinquantesimo anniversario arrivino il più celermente possibile perché
“il patrimonio culturale che ruota
attorno a Rossini va rilanciato, a maggior ragione in una fase in cui parte
delle Marche soffrono per le conseguenza del sisma”.
Qualcuno
dovrebbe spiegarle che il sisma e, soprattutto, le sue conseguenze, sono
ubicati un tantino più a sud, per esempio Pesaro dista 110 chilometri in linea
d’aria da Visso e ben 190 chilometri in auto. Ma soprattutto le deve spiegare
come sono fatte le Marche, perché sono una regione plurale ma plurale
veramente, qualcuno le dia qualche cenno circa la storia di questa regione così
particolare, fatta di valli parallele e crinali alti come mura che fanno da
confini a molteplici realtà culturali, a vicende molto diverse, a dominazioni e
influenze politiche che nei secoli hanno reso questa parte d’Italia una delle
regioni più disomogenee e disorganiche dell’intero Paese.
Qualcuno le
spieghi la politica di questa Regione dove, quando comanda un presidente di
Pesaro, il sud delle Marche è come se non esistesse, anche se viene massacrato
dal terremoto. Qualcuno, insomma, dica al Ministro per la Pubblica Istruzione
di istruirsi, di informarsi, di non dire castronerie anche perché, francamente,
sono l’ultima cosa di cui le Marche Sporche hanno bisogno.
Luca
Craia
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