Piange, il
Presidente della Provincia di Fermo, Moira Canigola, perché non ha fondi per
mandare avanti il baraccone. Piangeva, mesi fa, il suo predecessore, Aronne
Perugini, alla notizia della perdita, l’ennesima, di una giovane vita nell’incrocio
della morte, quello tra la Provinciale Mezzina e l’Elpidiense. Perugini era
talmente commosso da promettere una rotatoria che avrebbe salvato la vita ai
futuri viandanti. Oggi, addirittura, non solo della rotatoria non si parla più,
visto che non ci sono i soldi nemmeno per le cose ordinarie, ma si lascia,
addirittura, l’incrocio incontrollato. I semafori che ne regolano il traffico,
insufficienti, come è stato dimostrato dai fatti, anche quando accesi, sono
lasciati a lampeggiare.
È forse l’incrocio
più pericoloso di tutta la provincia di Fermo. è un luogo di morte, di
incidenti gravissimi. Le macchine sfrecciano lungo la Mezzina a tutta velocità
e spesso, troppo spesso, non si fermano con la luce rossa. E ogni tanto tocca
piangere. Ogni tanto dobbiamo pagare un tributo in termini di vite umane. È un
tributo che si potrebbe evitare, facendo come promise Perugini, installando una
rotatoria che rallenterebbe il traffico ed eviterebbe impatti ad alta velocità.
Ma, certamente, lasciando i semafori lampeggianti, si va nella direzione
opposta.
Attraversare
quella strada, provenendo da Montegranaro o Sant’Elpidio a Mare, è una specie
di roulette russa. Bisogna sporgersi per vedere se arrivano mezzi dalla strada
principale. Spesso questi arrivano velocissimamente. Il pericolo è talmente
evidente che non servirebbe nemmeno parlarne. Eppure oggi c’è una luce gialla
che lampeggia, incurante delle vite spezzate, delle sofferenze delle famiglie,
dei rischi potenziali e reali. Il Presidente della Provincia si assume una
grave responsabilità, che non potrà essere lavato da malaugurati pianti futuri.
Se non ci sono soldi per una rotatoria, per far funzionare il semaforo immagino
che ci siano. Si faccia almeno quello.
Luca
Craia
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